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venerdì, Novembre 22, 2024
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La Francia brucia…ma non si deve dire

Francesco Salerno

È sempre uno spasso notare come i nostri media di informazione ignorino ogni notizia che possa andare a risvegliare il senso civico e collettivo del nostro popolo.

Le rivolte in Francia ne sono l’ennesimo esempio.

Tocca a noi, dunque, dare un quadro reale della situazione e, magari, anche qualche riflessione non “allineata”.

Le rivolte sono nate a seguito dell’omicidio di un diciassettenne, Nahel, freddato da un poliziotto durante un controllo in auto. La polizia francese, inizialmente, aveva detto che l’agente era stato “costretto” a sparare visto che il giovane aveva tentato di investire lui e il suo collega.

Peccato che sia spuntato fuori un video dell’accaduto in cui si evince che Nahel era praticamente fermo, e l’agente gli ha sparato a bruciapelo da distanza ravvicinata e in una situazione tranquillamente gestibile.

Come disse una volta Napoleone III ad un ambasciatore prussiano: “Qui in Francia non facciamo le riforme, facciamo le rivoluzioni”.

Ed è proprio una rivoluzione quella che ha spinto la Francia a bruciare da nord a sud. Il popolo francese ha assaltato ogni sede, mezzo e simbolo del governo e della giustizia francese, senza risparmiare niente e nessuno. Il governo ha decretato che limiterà l’uso dei social per evitare altre rivolte e moltissime persone sono finite in carcere o denunciate. Un panorama da incubo che ha prodotto danni per oltre 1 miliardo di euro.

Ma questa storia cosa dice a noi italiani?

Per quanto mi riguarda, dice che i francesi sanno cosa vuol dire essere un popolo e come far valere i propri diritti, le loro proteste, le loro idee. Non condannerò ipocritamente le auto bruciate e i palazzi governativi saccheggiati, è quello che fanno i popoli quando si stancano dello status quo. Ovviamente, dai politici italiani sono giunte solo critiche alla “rivolta” e non ci sarebbe nemmeno da stupirsi. Sia mai che noi italiani decidessimo di scendere nelle strade e dire “basta!”, sia mai…

Chiudo con un memento dal celebre film V per Vendetta:

“I popoli non dovrebbero temere i loro governi, sono i governi che dovrebbero temere i loro popoli.”

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