Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 6 Luglio.
Accadde che:
1885 (138 anni fa): Louis Pasteur testa con successo il suo vaccino contro la rabbia. Il paziente è Joseph Meister, un bambino di 9 anni morso da un cane rabbioso. Dopo dubbi e paure, su consiglio di colleghi e medici, Pasteur decise di usare per la prima volta il preparato che aveva inventato. Furono dieci lunghi giorni di iniezioni, tredici somministrazioni, ciascuna più forte della precedente. Ma il ragazzo guarì e Pasteur ottenne l’ennesimo successo in campo medico della sua carriera scientifica. Pasteur, chimico e microbiologo francese, aveva condotto decine di esperimenti sugli animali per testare l’efficacia del preparato da lui inventato, contenente virus della rabbia estratto da animali infetti e inattivato, ottenuto a partire dalla materia cerebrale di conigli e ovini, da colture di cellule di embrione di pollo o di cellule umane diploidi e fatto essiccare per circa 5-10 giorni. Più precisamente, poiché molti degli animali, testati con iniezioni sotto pelle di materia cerebrale di altri animali uccisi dalla rabbia, morivano in pochi giorni a causa della virulenza della malattia, Pasteur capì che l’ambiente migliore per agire era proprio il cervello. Per questo modificò e migliorò il vaccino partendo dal midollo di animali morti di rabbia e iniettandolo poi sotto pelle. Sugli esseri umani però nulla era mai stato testato, ecco perché Joseph Meister rappresentò per il medico una vera scommessa. Un anno dopo le persone trattate e guarite divennero 350, di cui una sola deceduta. Negli anni a venire il vaccino venne modificato e migliorato e la sua evoluzione è tutt’ora in corso.
1942 (81 anni fa): Anne Frank si trasferisce con la sua famiglia in un rifugio segreto nella mansarda di un palazzo di Amsterdam. L’alloggio scelto per nascondersi si trova in una zona ricca di piccole imprese. È una zona particolare, perché il nascondiglio si trova in una sezione non utilizzata della ditta di Otto Frank. Si tratta di una sistemazione abbastanza grande, con due piani, pensata per nascondere due famiglie. Infatti i Frank non sono gli unici a trovare rifugio in quel posto, con loro ci sono la coppia Hermann ed Auguste van Pels e il figlio Peter. Presto l’accesso all’Alloggio segreto viene nascosto da una libreria girevole. Nel giro di poco, il 16 novembre 1942, un nuovo clandestino si unisce ai Frank e ai Van Pels: si tratta di un dentista ebreo di nome Fritz Pfeffer. Passano le ore, i giorni e i mesi, e quella vita fuori dal mondo diventa una realtà. Nessuno sa quando finirà la guerra e quando potranno lasciare il nascondiglio. Purtroppo, venerdì 4 agosto 1944, la polizia tedesca, fa irruzione nell’ufficio e nell’alloggio segreto dei Frank, grazie ad una soffiata, tutti i rifugiati ed i loro soccorritori vengono arrestati e portati nei campi di concentramento. Le due sorelle Margot ed Anna sono colpite dalla scabbia e ricoverate in un reparto apposito. La madre Edith Frank le segue, per non lasciarle sole. Rimane con loro fino al 28 ottobre, quando le due sorelle vengono trasferite al campo di Bergen-Belsen, in Germania. Edith rimane ad Auschwitz, dove morirà di denutrizione e di dolore il 6 gennaio 1945. Nel mese di febbraio 1945 le sorelle Frank vengono colpite dal tifo. Malate e denutrite si spengono ogni giorno di più: Margot muore per prima, Anna resiste altri due giorni. Non si conosce la data esatta della morte di Anna, ma approssimativamente avviene tra il mese di febbraio e quello di marzo 1945. Tre settimane più tardi le truppe Alleate inglesi liberano il campo di prigionia. L’unico sopravvissuto della famiglia è Otto Frank, che deciderà di pubblicare, nel 1947, “Il diario di Anna Frank”.
Nata oggi:
1907 (116 anni fa): nasce, a Città del Messico, Frida Kahlo all’anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, pittrice, è senza ombra di dubbio la pittrice messicana più famosa ed acclamata di tutti i tempi. Sin dall’adolescenza manifesta talento artistico ed uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale. Da questo contesto nascerà il tema dell’autoritratto: il primo che dipinge è per il suo amore adolescenziale, Alejandro. Nei suoi ritratti raffigura molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il maggiore dei quali è il grave incidente di cui rimane vittima nel 1925, mentre viaggia su un autobus e a causa del quale riporta la frattura del bacino. I postumi di quell’incidente condizioneranno la sua salute per tutta la vita, ma non la sua tensione morale. Dimessa dall’ospedale viene costretta a mesi di riposo nel suo letto di casa con il busto ingessato. Questa circostanza forzata la spinge a leggere tanti libri, molti dei quali sul movimento comunista, ed a dipingere. Il suo primo soggetto è il suo piede che riesce ad intravedere tra le lenzuola. Quando si riprende, porta i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell’epoca, per avere una sua critica. Si innamora dell’uomo che diventa la sua guida professionale e di vita e nel 1929 i due si sposano, ma divorzieranno nel 1939 a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida. Tuttavia, non passa molto tempo e i due si riavvicinano: si risposano nel 1940 a San Francisco. Da lui assimila uno stile intenzionalmente “naïf” che porta Frida a dipingere piccoli autoritratti stimolati all’arte popolare e ai folclori precolombiani. Il suo obiettivo è di affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native. La vita e le opere della pittrice messicana esercitano un grandissimo fascino artistico e un forte impatto emotivo. Per alcuni questa artista coraggiosa sarà ricordata, nei tempi, come la più grande pittrice del Novecento. Muore, a a Città del Messico, il 13 luglio 1954.