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L’abuso d’ufficio

A proposito dell’ abuso di ufficio si tratta d’un reato a porta larga ed è molto facile entrarci dentro. Alla fine degli anni ‘70 i sindaci ne erano letteralmente tartassati. Ma ci può essere abuso di ufficio senza un vantaggio concreto di chi lo commette?

A proposito del dibattito in corso sull’ipotesi di abolizione del reato di abuso di ufficio vorrei fare alcune considerazioni.

Si tratta d’un reato a porta larga ed è molto facile entrarci dentro.

Alla fine degli anni 70 i sindaci ne erano letteralmente tartassati. Era la legge ed è inutile pensarci sopra.

Ma ci può essere abuso di ufficio senza un vantaggio concreto di chi lo commette?

Voglio fare un esempio concreto.

Sempre in quegli anni giunse nella Locride un giovane pretore che, senza recargli offesa, non era un’aquila e neppure un di falco ma il concorso in magistratura, perigliosamente vinto, lo aveva fatto ammalare del classico delirio di onnipotenza.

Debolezze umane che bisogna pur comprendere.

Camminava quattro metri sopra il cielo e si incazzava perché pochi lo ammiravano.

Così aveva preso l’abitudine di convocare ogni martedì della settimana i sindaci del “suo” comprensorio. A volte anche il giovedì. Tutti alla stessa ora: alle 9 del mattino.

Nel 99%dei casi il reato contestato era l’abuso di ufficio.

Lui arrivava rigorosamente in ritardo. Dieci sindaci più dieci avvocati tutti ad aspettarlo. Più una cinquina di testimoni per ogni causa.

Una folla!

E lui entrava in pretura tra due carabinieri che lo aspettavano sulla porta e, con una borsa rigonfia passava tra due ali di folla, ora con la faccia cupa ora sprizzante allegria, a volte dispensando sorrisi altre volte occhiattacce, alternando segnali di comprensione o sguardi fulminanti.

Un centinaio di persone adulte lì ad aspettarlo in piedi e a cercare Udienza (prima dell’udienza) prospettando urgenze, impegni amministrativi o familiari.

E siccome, si sa, la gente ama il quieto vivere più d’ogni altra cosa, tutti, o quasi, erano (almeno apparentemente) pendenti dalle sue labbra e Lui, il giovan pretore, dava l’impressione di Caronte nell’atto di gridare :

“Guai a voi anime prave! Non isperate mai veder lo cielo “. Almeno fino a tarda sera.

Si assideva al sommo soglio.

Si ritirava da solo in camera di consiglio.

Concedeva la pausa caffè.

Nel 99% dei casi le udienze finivano con l’assoluzione o col rinvio.

Ma l’ultimo sindaco se ne andava dalla pretura che era già notte. E tutti: vigili urbani, tecnici, carabinieri sindaci che, oltre a svolgere attività amministrativa, avevano qualche lavoro da fare  passavano una giornata per soddisfare i bisogni di vanità d’un giovani…. pretore.

Sarebbe bastata una semplice programmazione delle udienze per evitare un notevole spreco di soldi pubblici, di tempo, di dignità delle persone. Ma sarebbe venuta meno la folla che era la vera goduria del pretore.

Non so quanti sindaci siano risultati colpevoli del reato contestato. Da quanto ne so, nessuno.

Si può desumere che il solo vero abuso di ufficio fosse quello del giovin pretore che tendeva a soddisfare la sua bramosia di gloria delegittimando le Istituzioni elettive e mortificando i cittadini.

Non era un abuso di potere da parte del pretore?

Solo che per i magistrati non è realmente contemplato perché non esiste una legge seria sulla responsabilità civile (e in qualche caso anche penale) dei magistrati che in maggioranza sono contrari (ed è legittimo) all’abolizione del reato di abuso di ufficio … e potrebbe anche essere una posizione giusta ma se valevole per tutti.

 

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