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lunedì, Novembre 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 14 Giugno.

Accadde che:

1940 (83 anni fa): Parigi viene occupata dalle truppe tedesche, mentre il governo francese ripara a Bordeaux. La guerra sul fronte occidentale si concluse con una spettacolare vittoria tedesca, ottenuta grazie all’ampio impiego delle forze corazzate e meccanizzate, la cooperazione fra le forze di terra e la Luftwaffe, e i lanci di paracadutisti oltre le linee nemiche. Stipulata la pace, la Francia venne divisa in una zona militare di occupazione a Nord e lungo le coste dell’Atlantico, mentre a Sud fu instaurato un governo collaborazionista, la Repubblica di Vichy. La Francia rimase occupata per quattro anni durante i quali venne costruito un imponente sistema difensivo, il Vallo Atlantico, allo scopo di prevenire sbarchi degli Alleati nell’Europa continentale. Solo con lo sbarco in Normandia del giugno 1944, iniziò la campagna di liberazione della Francia dal regime nazista.

1966 (57 anni fa): il Vaticano annuncia l’abolizione dell’Indice dei libri proibiti. La necessità di redigere un indice dei libri proibiti emerse nel XVI secolo con il convergere di due eventi: la riforma protestante e l’invenzione della stampa, che rappresentarono una minaccia gravissima per la fede cattolica e la possibilità che questa si diffondesse in fretta. Le forme di controllo sulla letteratura erano principalmente due: una preventiva, sui testi redatti da cattolici e attinenti a tematiche di fede e morali, per stampare i quali era necessario l’imprimatur; una posteriore, su tutti gli altri testi, che poteva portare alla loro condanna e messa all’indice. Il primo indice pubblicato era particolarmente severo: accanto alle opere di Lutero e di Calvino comprendeva anche tutte le edizioni della Bibbia non in latino, nonché tutte le opere stampate dai tipografi nella zona svizzero-tedesca e quelle, anche italiche, di dubbia moralità, come “il De Monarchia” di Dante, “L’Orlando Furioso” di Ariosto, “Il Decameron” di Boccaccio. Nel 1564, dopo il Concilio di Trento, Pio IV pubblicò un nuovo indice meno severo, che consentiva anche di “Espurgare” i testi, ovvero di eliminare le sole parti considerate proibite, chiaramente travisando il significato delle opere.  Quel giorno di 57 anni fa arrivò l’annuncio della sua abolizione, o meglio della perdita del suo valore giuridico di legge ecclesiastica.

Scomparso oggi:

1837 (186 anni fa): muore, a Napoli, Giacomo Leopardi poeta, filosofo, scrittore e filologo. Nato, a Recanati (provincia di Macerata), il 29 giugno 1798 è ritenuto il maggior poeta dell’Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché uno dei principali esponenti del romanticismo letterario. La profondità della sua riflessione sull’esistenza e sulla condizione umana ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale internazionale, con ricadute che vanno molto oltre la sua epoca. Il suo pensiero e la sua poetica sono caratterizzati dal pessimismo: partendo da una posizione di estremo pessimismo personale, causato dalla perdita della gioventù, egli approda a un pessimismo cosmico, comprendente l’umanità e l’intero universo. Leopardi colloca l’unica felicità possibile della vita umana nell’adolescenza, carica di aspettative e illusioni riguardo l’età adulta da cui resteranno tuttavia disingannati, per concludere che il piacere non è uno stato duraturo, ma solo un passaggio transitorio dal dolore alla noia. Tuttavia, egli esclude come soluzione finale quella del suicidio o dell’oblio: l’uomo, a suo giudizio, deve combattere questo assurdo destino se vuole sentirsi “Umano”. La grandezza del Leopardi sta nell’aver cercato di dare alle proprie sofferenze un significato di ordine generale, universalmente valido. Tra le sue celebri frasi: “La felicità consiste nell’ignoranza del vero.”

 

 

 

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