Domenica sono stato in un mondo parallelo, la campagna di Janchina, sopra Locri e prima di Antonimina. Qui alcuni amici allevatori, ormai da alcuni anni, mi onorano del loro invito per partecipare alla tradizionale “Tosatura” delle pecore, che oltra ad essere un’azione necessaria per il caldo, visto l’arrivo della stagione estiva, nel nostro territorio è diventata anche un punto di incontro per gli allevatori amici per ritrovarsi a tavola e passare alcune ore insieme.
Domenica sono stato in un mondo parallelo, la campagna di Janchina, sopra Locri e prima di Antonimina. In questa “Baronia” una volta gli gnuri erano i Migliaccio Spina, che possiedono ancora gran parte della terra in alto alla collina, ma il resto della campagna, come avevo raccontato alcuni anni fa, è completamente abbandonato. Qui alcuni amici allevatori, ormai da alcuni anni, mi onorano del loro invito per partecipare alla tradizionale “Tosatura” delle pecore, che oltra ad essere un’azione necessaria per il caldo, visto l’arrivo della stagione estiva, nei nostri territorio è diventata anche un punto di incontro per gli allevatori amici per ritrovarsi a tavola e passare alcune ore insieme. Così, ho rivisto il rito della tosatura e sono stato insieme a questi grandi lavoratori, le pecore erano tante, ma piano piano sono state “tundati” tutti. Il titolare di questo allevamento, Carmelo ogni volta ci racconta come veniva fatta una volta e tutti gli aneddoti, mentre i figli ormai guidano il ritmo del lavoro. Ancora non riesco a capire perché questo mondo sia stato abbandonato dai più, mentre oggi il ritorno a queste pratiche sarebbe l’unica via per salvare il pianeta. Le conseguenze sono che, per esempio, nessuno lavora più la lana, che mentre una volta era preziosa oggi viene smaltita come un rifiuto, senza portare nessuna economia. La tosatura, comunque, rimane uno dei momenti diversi tra allevatore e animali, perché attraverso il contatto le pecore capiscono che si sta facendo il loro bene. Cosi, parlo con gli anziani che mi spiegano come si lega, come si usa il rasoio, che una volta non era elettrico e tutta una serie di trucchi che rendono più agevole il lavoro.
Alla fine, come ogni anno, ho vissuto un’esperienza eccezionale, un contatto diretto con la nostra storia, con la natura e le tradizioni e, per fortuna, finita la tosatura vengono liberate le pecore e si va a pranzare tra formaggi e salumi di maiale nero, ma di questo non posso raccontare, perché a casa mia non lo sanno, dovrei essere a dieta.