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martedì, Novembre 26, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 17 Maggio.

Accadde che:

1953 (70 anni fa): viene inaugurato, a Roma, lo Stadio Olimpico con la partita di calcio Italia-Ungheria e l’arrivo della tappa Napoli-Roma del Giro d’Italia. Nella sua prima forma lo stadio fu progettato e costruito nell’ambito del più ampio progetto della Città dello Sport chiamata Foro Mussolini. I lavori iniziarono nel 1927, su progetto dell’architetto Enrico Del Debbio; venne inaugurato nel 1932, parzialmente, sino al primo anello. Non era prevista la realizzazione di opere murarie, ma solo la sistemazione del gigantesco invaso e delle tribune costituite da terrazze erbose a somiglianza di piazza di Siena. Nel 1932, Enrico Del Debbio progettò tre diversi stadi, chiamati dei Centomila, che tuttavia non trovarono attuazione. Rimangono le tavole che illustrano i progetti nei quali lo stadio era addossato da un lato alla collina di Monte Mario dall’altro scendeva verso la parte pianeggiante del Foro. I lavori vennero ripresi nel 1937, l’impianto ospitò manifestazioni ginnico-sportive, ma i lavori si interruppero nel 1940 a causa dello scoppio del secondo conflitto bellico.

1990 (33 anni fa): l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) cancella l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Fu un momento storico, che portò nel 2004 a scegliere proprio il 17 maggio come data per l’istituzione della Giornata internazionale contro l’omobitransfobia (International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia – IDAHOBIT). Eppure, a distanza di trent’anni dalla risoluzione dell’OMS, in molti Paesi esistono ancora pratiche quali le terapie riparative e solo recentemente alcuni governi si stanno adoperando per bandirle. La decisione del 1990 costituì il culmine di un processo iniziato circa 20 anni prima e che ha radici ancora più profonde. Infatti, fin dall’Ottocento, la medicina e la psichiatria fecero propria la percezione dell’omosessualità tipica della Chiesa cattolica, evitando di definirla un “peccato”, ma classificandola come disturbo mentale. In quanto tale, i comportamenti omosessuali erano soggetti a interventi riparativi. Dal punto di vista legislativo, l’omosessualità era criminalizzata con le cosiddette sodomy laws, le quali definivano gli atti omosessuali “crimini contro natura”. Tipiche degli ordinamenti di tradizione anglosassone o di derivazione post-coloniale britannica, le sodomy laws prevedevano che chi era accusato di comportamenti omosessuali poteva andare incontro a sanzioni molto severe, dell’incarcerazione o multe ingenti alla sterilizzazione forzata, oppure doveva sottoporsi a una terapia riparativa.

Scomparso oggi:

1972 (51 anni fa): muore, a Milano, Luigi Calabresi, poliziotto commissario capo. Nato, a Roma, 14 novembre 1937 è stato ucciso da un attentato terroristico di estrema sinistra. Dopo avere frequentato il liceo classico, nel 1964 si laurea in Giurisprudenza realizzando una tesi sulla mafia siciliana. Alla carriera forense, però, preferisce quella nella polizia, non volendo diventare né avvocato né magistrato. Nel 1965, vince il concorso per vice commissario di pubblica sicurezza, entra in servizio a Milano, dove viene inserito nell’ufficio politico della questura. Nel capoluogo lombardo, Calabresi ha il compito di indagare sugli ambienti della sinistra extraparlamentare, con particolare riferimento ai gruppi anarchici. Nel 1968, viene nominato commissario capo e, in più di un’occasione, dirige le cariche dei reparti di polizia nel corso degli scontri e delle manifestazioni di protesta di quel periodo. Nel  1969, riceve l’incarico di indagare sugli attentati avvenuti in Stazione Centrale e alla Fiera Campionaria di Milano: ferma e arresta quindici esponenti della sinistra extraparlamentare, diventando noto a livello nazionale. Gli arrestati, tuttavia, rimarranno in carcere per soli sette mesi, prima di uscire di prigione per mancanza di indizi. Si trova, successivamente, ad indagare sulla strage di piazza Fontana a Milano, dove una bomba posizionata nella filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura ha causato la morte di diciassette persone e il ferimento di quasi un centinaio. Sale suo malgrado agli onori delle cronache per la morte di Giuseppe Pinelli, convocato in questura dopo la strage, tenuto in stato di fermo per quasi tre giorni e caduto dalla finestra dell’ufficio di Calabresi. La conferenza stampa che viene convocata per spiegare l’accaduto parla di un suicidio. Da quel momento, tuttavia, il commissario entra nel mirino delle formazioni extra-parlamentari di sinistra e diviene oggetto di una campagna di denuncia che coinvolge numerosi intellettuali. Viene anche minacciato con scritte sui muri e non solo. Nei suoi confronti cresce un odio sempre maggiore anche a causa della campagna di stampa promossa dal giornale “Lotta Continua”, che denuncia senza mezzi termini le supposte responsabilità del commissario e degli altri uomini della questura per la morte di Pinelli. In questo clima di tensione, il Commissario viene ucciso davanti alla sua casa, mentre sta andando a prendere la propria auto per andare in ufficio: ad assassinarlo sono almeno due persone, che lo sorprendono alle spalle. Calabresi lascia la moglie Gemma Capra e due figli, Paolo e Mario (che diventerà un famoso giornalista), mentre un altro, Luigi, nascerà pochi mesi dopo. Nel 1988, uno dei sicari di Luigi Calabresi, Leonardo Marino, si pentirà e confesserà di avere partecipato all’omicidio insieme con Ovidio Bompressi, con mandanti gli esponenti di Lotta Continua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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