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domenica, Novembre 24, 2024
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Convegno sul passaggio generazionale al vertice delle aziende familiari

Domani pomeriggio, a Reggio Calabria, presso la sede di Confindustria si svolgerà un serio e interessante convegno sul tema del passaggio generazionale al vertice delle aziende familiari. Naturalmente, l’incontro sarà aperto dai saluti del presidente Domenico Vecchio, al quale seguiranno quelli di Giuseppe Zimbalatti, di Daniele Cananzi, di Carlo Zagami, di Rosario infantino e di Stefano Poeta, presiede Giovanni D’Amico. Seguiranno, poi, le relazioni di Daniele Muritano, Domenico Nicolò, Demetrio Serra e Francesca Mesiti. Della quale anticipiamo alcuni passaggi del suo intervento.

Come è noto, le imprese familiari sono il tipo di impresa più diffuso al mondo. Il processo di trasmissione generazionale delle imprese familiari non è qualcosa che si realizza in tempi brevi, ma richiede, appunto, un lungo processo. Quali sono i fattori che influenzano maggiormente la scelta del modello ereditario e quali sono, al contrario, i motivi o i fattori soggettivi e oggettivi che molto spesso ostacolano tale scelta?

Processi di successione inadeguati o inesistenti sono generalmente la ragione di fondo. La pianificazione della successione è sempre e ancora un argomento difficile da affrontare per l’attuale generazione. Il tema spesso innesca una serie di emozioni profonde, tra cui la paura, il consapevole riconoscimento dell’invecchiamento e della morte personale, la perdita dell’identità personale definita dal coinvolgimento nell’azienda e il desiderio di evitare conflitti familiari. Questi fattori contribuiscono ad impedire all’imprenditore di affrontare tempestivamente la pianificazione della successione, nonostante la presenza di una governance familiare adeguata al proseguimento in continuità nel solco della generazione successiva.

Gli strumenti a disposizione per chi vuole tutelare il proprio patrimonio esistono e sono molteplici: dalle più semplici come, ad esempio, il testamento e le donazioni a quelle più sofisticate come il trust. Il punto fondamentale consiste nell’individuare di volta in volta quale tra questi si adatti meglio alle caratteristiche del caso concreto e sia funzionale al raggiungimento dei reali obiettivi che si intendono perseguire.

Lo strumento perfetto in assoluto, capace di adattarsi a tutte le situazioni possibili, non esiste: la pianificazione efficiente del passaggio generazionale delle imprese familiari, richiede un’analisi da condurre caso per caso. Molto spesso la soluzione deriva proprio dall’utilizzo di diversi strumenti, che combinati tra di loro sono in grado di adattarsi alle specifiche esigenze di pianificazione e allo scopo che concretamente si vuole raggiungere. Lo stesso testamento, che rappresenta lo strumento più semplice di pianificazione successoria, è poco utilizzato nel nostro Paese, a differenza di quanto accade in altre nazioni. In Italia la percentuale di persone che fa testamento è inferiore al 20%, e le conseguenze, purtroppo, molte volte sono evidenti.

La corporate governance è un sistema ben più complesso che dipende anche da altri strumenti e meccanismi, tra i quali, in maniera specifica per le imprese familiari, vi è il patto di famiglia ovvero il contratto con il quale un soggetto (c.d. disponente), imprenditore o socio, trasferisce in tutto o in parte l’azienda o le partecipazioni sociali di sua titolarità ad uno o più suoi discendenti (c.d. assegnatari), e questi ultimi, contestualmente o con atto successivo, liquidano tutti coloro che sarebbero legittimari del disponente qualora alla conclusione del patto di famiglia si aprisse la sua successione.

Tale istituto consente all’imprenditore, ancora in vita, di poter disporre della successione della propria impresa, «assegnando» la stessa al legittimario che ritiene possedere competenze e capacità tali da assicurare continuità aziendale. Si tratta, in sostanza, della possibilità per un imprenditore di gestire il passaggio generazionale della propria impresa, trasferendo a uno o più discendenti l’azienda o le quote di partecipazione al capitale della società di famiglia.

È una importante occasione per riflettere sull’opportunità di una pianificazione del passaggio generazionale con l’utilizzo degli strumenti che l’ordinamento ci offre, in modo da considerare la successione non più come un evento ma come un processo da cui partire.

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