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mercoledì, Gennaio 15, 2025
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La scuola non abbia paura della politica

I giovani sono storie, belle storie, che per crescere felici hanno bisogno di ascolto, comprensione ed accoglienza. Dei nostri frettolosi giudizi non sanno cosa farsene. Consiglio a tutti di incontrare un po’ di più le giovani generazioni magari, e anteporre l’azione dell’ascolto su ogni altra. Quindi, amici insegnanti, non abbiate paura di fare politica a Scuola o del confronto politico sui temi caldi del momento, che i ragazzi posseggono e conoscono molto più di quello che noi adulti pensiamo

 Mario Alberti

In realtà iniziai tanti anni fa ad incontrare i ragazzi delle scuole superiori.

L’incipit è irreale, paradossale, quindi meraviglioso.

Dopo un breve incontro sulle esperienze sociali di allora, eravamo ancora nel periodo della lira, mi chiamò la Preside chiedendomi la disponibilità a coprire un’ora senza insegnanti.

Un buco.

Non esitai un momento.

E fu un’ora di supplenza abusiva.

Direi, come si usa adesso, clandestina.

Poi venne la Locride.

Roccella, Siderno. Locri.

Fino a quest’anno, quando si realizza l’esperienza di incontrare alcuni studenti di un liceo dalle parti di Nosside, nell’ambito di un percorso di alternanza scuola lavoro, però invertito.
Ovvero vado io in aula, e non uso i ragazzi come mano d’opera presso il mio ufficio.

E parliamo di Costituzione, Diritti, Servizi, Cooperazione.

Ci parliamo e ci ascoltiamo, ed è almeno la terza volta, in tre anni, che metto piede in questa scuola.

Si torna e si ritorna sempre dove si è stati bene.

Questa è la mia modesta esperienza, in questi miei anni finali, di incontro e ascolto dei giovani. Ma è anche avvenuto, lo stesso anno, di incontrare i ragazzi di un liceo del mio paese.

Ogni tanto accade di essere profeti in patria.

Questi ragazzi, hanno adottato il mio primo libro, e nell’incontro finale del percorso intrapreso lo hanno interpretato in modalità decisamente creativa.

Le varie storie hanno trovato una seconda e terza vita.

Che meraviglia i ragazzi!

I giovani non sono un foglio bianco sul quale noi adulti scriviamo la nostra storia.

Quindi, esercitiamo un potere.

Dove ciò avviene non si tratta di educazione ma di indottrinamento.

Concetto diverso.

I giovani sono storie, belle storie, che per crescere felici hanno bisogno di ascolto, comprensione ed accoglienza. Dei nostri frettolosi giudizi non sanno cosa farsene.

Consiglio a tutti di incontrare un po’ di più le giovani generazioni magari, e anteporre l’azione dell’ascolto su ogni altra.

La conoscenza avviene soltanto in quello spazio democratico che è l’ascolto senza visioni preconfezionate e giudizi affrettati.

Nei contesti dove non entra il giudizio cresce la libertà.

E di libertà di pensiero ne abbiamo tanto bisogno, oggi come oggi.

Alcune considerazioni ritengo opportuno farle, in nome della libertà su citata.

Il mestiere più bello è quello dell’insegnante, perché mentre si facilita l’apprendimento, si facilita contestualmente la crescita e la maturità degli allievi.

Se tornassi indietro farei l’insegnante, ma indietro, si sa non si torna.

Ovviamente non si insegna solo ciò che si sa, ma ciò che si è.

Con i propri limiti e la propria difettosa e meravigliosa umanità.

L’importante è essere consapevoli di ciò.

Ultima chiosa.

Non abbiate timore di fare politica, anche a scuola, perché la scuola stessa è politica.

Il timore un po’ diffuso che entri la politica nella scuola deriva sovente dal confondere la politica con la propaganda partitica.

Sarebbe certamente gravissimo utilizzare una posizione dominante, come oggettivamente è quella dell’insegnante che è portato per mandato ad esprimere un giudizio sull’allievo, per indottrinare lo stesso.

Questo sarebbe esecrabile.

Ma indottrinare non è fare politica.

La politica è un’altra cosa.

Conoscere la Costituzione e gli elementi di Diritto, e di diritti, è fare politica.

Come possedere una conoscenza critica costruttiva tendente al cambiamento.

Consentire che i giovani si esprimano sulle tematiche sociali, civili, e le scelte politiche che ispirano tutto ciò non è soltanto politica, ma anche crescita.

Educazione civica.

Ve la ricordate?

Inoltre, si può essere politicamente colorati come si vuole, ma l’importante è sempre essere cittadini consapevoli.

E tutto ciò può soltanto avvenire partendo dalle organizzazioni dello Stato che hanno l’obbligo della formazione delle coscienze, come appunto la Scuola.

Quindi amici insegnanti non abbiate paura di fare politica a Scuola o del confronto politico sui temi caldi del momento, che i ragazzi posseggono e conoscono molto più di quello che noi adulti pensiamo.

È il vostro compito, e pensatevi liberi di poterlo fare.

E se qualcuno vi accuserà, da queste pagine io vi difenderò.

Prometto.

 

 

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