Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 25 Aprile.
Accadde che:
1926 (97 anni fa): prima assoluta dell’opera lirica Turandot, di Giacomo Puccini, al Teatro alla Scala di Milano. Turandot è un’opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini, morto il 29 novembre 1924 e, successivamente, completata da Franco Alfano. L’incompiutezza dell’opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C’è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa dell’inesorabile progredire del male che affliggeva l’autore, bensì per l’incapacità, o piuttosto l’intima impossibilità da parte del Maestro di interpretare quel trionfo d’amore conclusivo, che pure l’aveva inizialmente acceso d’entusiasmo e spinto verso questo soggetto. Il nodo cruciale del dramma, che Puccini cercò invano di risolvere, è costituito dalla trasformazione della principessa Turandot, algida e sanguinaria, in una donna innamorata.
1945 (78 anni fa): l’esercito nazifascista si arrende e lascia l’Italia, dopo le insurrezioni partigiane a Genova, Milano e Torino ponendo fine all’occupazione tedesca in Italia: l’evento viene ricordato ogni anno dalla Festa della Liberazione. ll Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (Clnai), il 25 aprile 1945, deliberò un ordine di insurrezione generale nei territori ancora schiacciati dall’occupazione. Il Clnai coordinava i diversi gruppi della Resistenza nel Nord e il 19 aprile aveva lanciato alla radio e diffuso sui quotidiani il proclama agli occupanti: “Arrendersi o perire”. Sei giorni dopo, il piano coordinato dei partigiani portò alla liberazione dei maggiori capoluoghi del Nord: Milano e Torino. La sera del 25 aprile, inoltre, Benito Mussolini tentò di fuggire da Milano, travestito da soldato tedesco, ma due giorni dopo fu catturato dalla 52esima Brigata Garibaldi all’uscita di Musso, a un chilometro da Dongo, sul lago di Como, dove fu processato e fucilato il 28 aprile. In realtà, il crollo del regime fascista in Italia, avvenne il 25 luglio 1943, quando il Re Vittorio Emanuele III fece destituire Mussolini al termine del Gran Consiglio del Fascismo. Il Duce fu imprigionato sul Gran Sasso, mentre il 3 settembre dello stesso anno, Pietro Badoglio, nuovo Capo del Governo, firmò l’armistizio con gli alleati anglo-americani. I nazisti, per reazione, occuparono l’Italia e liberarono Mussolini costituendo, nel Nord del Paese, la Repubblica Sociale Italiana, anche conosciuta come Repubblica di Salò. Nel frattempo, al Sud, sbarcarono gli Alleati anglo-americani e, in varie parti d’Italia, iniziarono a formarsi movimenti politici e militari di partigiani, comunemente chiamati Resistenza, che si opposero al dominio nazifascista. Il 22 aprile del 1946, il governo italiano provvisorio guidato da Alcide de Gasperi stabilì, con un decreto, che il 25 aprile sarebbe stata “Festa Nazionale”.
Scomparso oggi:
1595 (428 anni fa): muore, a Roma, Torquato Tasso poeta, scrittore, drammaturgo e filosofo. Nato, a Sorrento, l’11 marzo 1544 la sua opera più importante, conosciuta e tradotta in molte lingue, è la Gerusalemme liberata, in cui vengono cantati gli scontri tra cristiani e musulmani durante la prima crociata, culminanti nella presa cristiana di Gerusalemme. Nel 1565, Tasso viene chiamato alla corte di Ferrara, dapprima come cortigiano di Luigi d’Este, e, dal 1572 del duca Alfonso d’Este. Qui gli vengono affidati compiti di rappresentanza e, soprattutto, culturali. Questo è un periodo di grande attività letteraria: nel 1573 Torquato Tasso compone l’ “Aminta”, mentre nel 1575 termina la composizione della “Gerusalemme liberata”. Tuttavia, è ossessionato dall’idea di aver scritto un poema non allineato ai nuovi dettami religiosi della Controriforma e teme di essere colpevole di eresia, al punto da sottoporre l’opera al giudizio di revisori, che ne criticano i contenuti. Il malessere del poeta cresce: si allontana da Ferrara per farvi ritorno nel 1579, quando aggredisce il duca durante il suo matrimonio. Di fronte a questo nuovo eccesso, il duca fa rinchiudere Tasso in un ospedale per pazzi, in cui rimane fino al 1586 quando viene mandato a Mantova dai Gonzaga. Trascorre gli ultimi anni della sua vita a Napoli e poi a Roma: qui compie un profondo lavoro di revisione del suo poema che pubblica in versione definitiva nel 1593 con il titolo di “Gerusalemme conquistata”.