Il ministro Piantedosi continua sulla scia della Lamorgese.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Piantedosi, in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Scilla e l’affidamento della gestione del Comune a una commissione straordinaria, per un periodo di diciotto mesi.
Il governo Meloni ha deciso: niente elezioni, dunque, a Scilla il prossimo mese di maggio ma la “Perla del Tirreno” continuerà ad essere amministrata da una triade commissariale che avrà il compito di proteggere il Comune dalle infiltrazioni delle cosche della ’ndrangheta. Il Comune di Scilla, dallo scorso 28 ottobre, era comunque guidato dalla commissaria Antonella Surace, viceprefetto, che lo stava conducendo verso le nuove elezioni. La viceprefetto aveva preso il posto del sindaco Pasquale Ciccone che si era dimesso, insieme con i consiglieri della maggioranza che lo sosteneva, perché coinvolto nell’inchiesta della Dda “Nuova Linea”, indagato per voto di scambio politico-mafioso. Prima delle dimissioni del sindaco Ciccone, però, lo scorso 9 agosto era giunta e si era insediata a Palazzo San Rocco la commissione di accesso antimafia disposta dall’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese su proposta del prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani. La conclusione del lavoro della commissione d’accesso, che era presieduta dalla dal viceprefetto Eugenia Salvo ha convinto il ministro Piantedosi ad assumere la decisione di sciogliere il Comune proprio alla vigilia della presentazione delle liste per le nuove elezioni. Non è la prima volta che il Comune di Scilla viene sciolto per infiltrazioni mafiose. L’Ente di Palazzo San Rocco, infatti, era stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel marzo del 2018, periodo in cui era sindaco sempre Pasquale Ciccone. Quest’ultimo si era poi ricandidato con la lista “Scilla riparte” nelle elezioni amministrative svoltasi a settembre 2020, riportando circa il 97% dei voti.