L’avvocato Maria Candida Tripodi si è battuta ed ha vinto contro il tribunale di Latina. Infatti, il Macrì non può essere processato, vista l’eccezione presentata dal legale per il reato di ricettazione della cioccolata perché l’estradizione non era stata richiesta per questo reato. Il processo iniziato nel 2018 è stato sospeso, solo il 14 marzo il ministro Nordio ha comunicato la revoca dell’estradizione.
Parliamo di Vincenzo Macrì, classe 1965, figlio di Antonio, che era considerato il boss dei due mondi. Oggi la notizia è che il Macrì non può essere processato, vista l’eccezione presentata dall’avvocato Maria Candida Tripodi al tribunale di Latina per il reato di ricettazione della cioccolata perché l’estradizione non era stata richiesta per questo reato. Il processo iniziato nel 2018 è stato sospeso nello stesso anno e riattivato nell’anno 2022, e solo il 14 marzo il ministro Nordio ha comunicato la revoca dell’estradizione.
Nell’udienza del 29 marzo, infatti, la Tripodi ha presentato una memoria, dove esplicita che Vincenzo Macrì veniva estradato dal Brasile come richiesto dal governo Italiano il 5 giugno del 2018, come si evince dalla sentenza della Suprema Corte Federale Brasiliana, ma la richiesta non veniva avanzata per il reato art.648-110 cp. Commesso a Latina in data antecedente. L’estensione dell’estradizione per il reato di ricettazione veniva avanzato allo stato Brasiliano il 7 agosto del 2018. Dopo le ripetute eccezioni avanzate dalla difesa, con le quali si contestava che Macrì non poteva essere processato per questo reato, perché non era compreso nella richiesta di estradizione. Tesi che alla fine anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dovuto comunicare con la revoca della domanda stessa inviata al tribunale il 14 marzo scorso.
La revoca di Nordio vale anche per un procedimento al Tribunale di Roma che riguardava lo stesso imputato e in relazione al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente che per gli stessi motivi dovrà essere annullato.