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lunedì, Dicembre 30, 2024
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PER GIORGIA IL PROBLEMA È CARON DIMONIO

Caron dimonio, con occhi di bragia

loro accennando, tutte le raccoglie;

batte col remo qualunque s’adagia.

Dal terzo canto dell’Inferno dantesco al Consiglio dei ministri meloniano in trasferta a Cutro, lo scellerato è sempre lui: Caron dimonio, ieri traghettatore oggi scafista.

Giorgia Meloni guida un governo di destra e la peculiarità della destra è di fornire soluzioni facili a problemi difficili. “Bisogna arginare il fenomeno migratorio? Arrestate gli scafisti, chiudeteli in cella e buttate la chiave!”. Il ragionamento che sottende è evidente: “Non ci interessano le cause che spingono le genti disperate a partire, l’importante è che non arrivino a casa nostra e/o che non muoiano nelle nostre acque”.

Quello che la Meloni non tiene in conto è che la tragedia di Steccato di Cutro ha urtato la sensibilità ed il senso di umanità che, malgrado tutto, sono ancora molto presenti tra gli italiani.

La nave a pezzi sulla spiaggia e la tragica pesca degli annegati sono immagini che hanno lasciato solchi profondi nell’animo della gente. Mattarella, che è pavido solo in politica estera, è stato opportunamente tempestivo nel suo intervento di saluto alle bare delle vittime e il suo gesto non sparirà dal ricordo degli italiani.

Viceversa, le operazioni attuate da questo governo ed in particolare dal salviniano Piantedosi macchiano funestamente l’immagine dell’Italia in materia di accoglienza solidale e di salvataggio in mare. Il primo decreto-legge di quest’anno (n.1 del 2 gennaio 2023) del governo, ha complicato crudelmente le operazioni di salvataggio, poiché impone ai mezzi di soccorso di raggiungere “con la massima rapidità” il porto di sbarco assegnato “per avviare subito le formalità burocratiche” e vieta allo stesso mezzo di effettuare un secondo tentativo di salvataggio della gente rimasta ancora in mare. Il decreto, oltre a contrastare palesemente con l’art. 10 della Costituzione, viola tutte le convenzioni internazionali sul diritto del mare che impongono ad ogni Stato costiero di “promuovere l’istituzione e il funzionamento permanente di un servizio adeguato ed efficace di ricerca e di soccorso per tutelare la sicurezza marittima collaborando con gli Stati adiacenti”.

Tutto passa ora nelle mani della magistratura inquirente e sappiamo che il Procuratore di Crotone titolare dell’inchiesta ha lavorato per Giorgia Meloni come consulente giuridico quando lei era Ministro per le politiche giovanili; al netto dei dubbi di compatibilità non ci resta che attendere i risultati del suo lavoro d’indagine. Tra i nefasti effetti del decreto c’è da sottolineare, inoltre, che ha prodotto l’allontanamento dal Mediterraneo della nave Geo Barrets di Medici senza Frontiere, che è stata spedita a La Spezia e della Ocean Viking di Sos Mediterranée che è stata mandata a Ravenna. Frontex proseguirà il suo lavoro di pattugliamento, ma è ormai palese che tra i propositi del governo Meloni non c’è il salvataggio e l’accoglienza dei migranti ma, nella migliore delle ipotesi, la voglia di respingerli più lontano possibile e/o di scoraggiarne la partenza.

rev. Frank

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