In questi giorni di grande commozione per la strage di Steccato di Cutro, si ammira una Calabria solidale, una Calabria che orgogliosamente mostra la sua vera natura, che non è quella mafiosa ma quella dell’accoglienza, quella dell’ospitalità. Una regione fatta di gente umile e laboriosa nella sua grande parte, una popolazione attenta alle regole, ed al vivere civile. Ma nonostante questo, si tratta di gente che in questo periodo sta soffrendo molto. La crisi pandemica e le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina hanno portato un ulteriore difficoltà economica in una terra che soffre da molti anni. Chi lavora a contatto con il pubblico, si rende conto che tra bollette aumentate e prezzi alle stelle dei supermercati, non si può più andare avanti. La gente non arriva più nemmeno a metà mese, così stanno aumentando le partenze per i paesi stranieri, dove si trova lavoro. Chi osserva, nota la giovane mamma che fa la spesa con i soldi contati, che guarda le cose che vorrebbe comprare, ma deve andare avanti coprendo il desiderio e cercando di rimanere nel possibile. Gli anziani che sono sempre a piedi per non prendere l’automobile, che costa un capitale tra benzina e altre spese. Oggi, per chi ha occhi, sono molte le persone che sono sotto il limite della sopravvivenza, che riescono a resistere con dignità e umiltà a questa crisi senza eguali. La nostra Terra è uno specchio di una situazione che penso riguardi tutta la Calabria, una situazione che dal 2008 ad oggi è andata sempre peggiorando, non lasciando altra strada se non la fuga, emigrazione in paesi più ricchi, l’esodo. In questo destino, c’è anche il vuoto di una classe politica dominata dalle alte istituzioni, quando la Calabria avrebbe bisogno di un piano di rilancio economico serio, fatto di investimenti e di proiezioni future, mentre l’oggi è dominato da una magistratura che impone la forza della legge sopra tutto e tutti, trattando i calabresi da delinquenti e facendo allontanare gli investitori stranieri che nei loro paesi sono molto più rispettati.
Mentre gli immigrati muoiono in mare, la gente muore di fame
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