Uno dei tanti viaggi della speranza si è trasformato in una nuova tragedia del mare. Nella strage di migranti a Crotone, le vittime sono 62: tra loro 14 bambini e 21 donne, decine i dispersi.
L’ombra degli animali morti, appesantiti da ettolitri di salata acqua che allagano gli sfatti polmoni, ci porta a riva uomini e donne, vecchi e bambini, come il canto dell’Iliade sulle spiagge invase di ombre immobili che nemmeno eroi sono. Perchè gli eroi non piangono, mentre, loro son tutti annegati. Si portano, invece delle gavezze e delle fredde catene che stringono ogni soggiogato collo di prono animale, biberon, ritratti degli antichi avi, qualche fardello con dentro i sogni di una vita futura. Sono uomini, donne e bambini quelli distesi e allineati sotto il candore di bianco lenzuolo, nelle spiagge, a Crotone. Oh mio dio quanto ho desiderato poggiare il mio capo imputridito dalla acque tra le candide lenzuola, or che mai ne ebbi. Son lì, in 100 e passa, muti, afoni, a gridare, con i pugni mangiucchiati dai nutriti pesci e la gola intasata dalle alghe del fondo marino, la loro rabbia contro tutto ciò che li guarda e si limita a contare i loro umidi corpi. Nessuna reazione, nessun vortice turbolento delle anime candide di gente che è già morta prima di nascere se è priva della coscienza combattente di umanità. Non ne parla, più, nessuno. Gli animali morti, con strano tono della pelle, non turbano alcun sonno. No! Non è questo il mio mondo. Preferisco non essere riconosciuto, tra voi, esseri distorti e disformi. Continuate con i vostri riti, ad esaltare il nulla, a farvi selfie per vendere persino il briciolo di dignità che avete perso. Noi stiamo con le Umanità dolenti, figli di un’ideologia che non permette distrazioni. No! Continuate i vostri riti, le prediche, le corone tra i flutti che vi scherniscono. Infami! Ma verrà il tempo che dovrete, nuovamente, aver paura dell’ombra dei morti.
Santo Gioffrè