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domenica, Novembre 24, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 16 Febbraio.

Accadde che:

1923 (100 anni fa): Howard Carter rompe la porta murata che occultava la camera sepolcrale dove erano custoditi i sacrari dorati, i sarcofagi e la mummia di Tutankhamon. Rinvenuto nella Valle dei Re vicino a Luxor, il sarcofago, rimasto inviolato per secoli, conteneva un’immensa Camera Sepolcrale interamente ricoperta d’oro e nessun essere umano vi mise piede per quasi 3000 anni. Proprio per questo che si salvò dai saccheggiatori, restando praticamente intatta. Si tratta della più grande scoperta archeologica del XX secolo, la tomba di quello che è stato definito il “faraone bambino”, vissuto tra il 1341 a.C e il 1323 a.C, che regnò per soli 9 anni, morendo poi a causa di un grave malattia, probabilmente un’infezione causatagli da una caduta. La mummia intatta del faraone era in un sarcofago d’oro massiccio del peso di circa 110 kg, con il volto coperto da una maschera d’oro massiccio che riproduceva le esatte sembianze del defunto. Carter, dedicò la propria vita alla scoperta della tomba di Tutankhamon, insieme a Lord Carnarvon, principale finanziatore dei suoi scavi. Diverse analisi eseguite nel corso degli anni, tra cui quelle del DNA compiute nel 2009, hanno permesso di appurare che il faraone soffriva di diverse malattie, alcune delle quali ereditarie, tra cui il male di Kohler, a causa del quale era costretto a camminare appoggiandosi ad un bastone. Nel corpo di Tutankhamon fu poi registrata la presenza del parassita della malaria in forma grave, tant’è che nella tomba erano state poste anche piante con proprietà analgesiche ed antipiretiche. Intorno alla figura dello sfortunato imperatore, ed in particolare al suo sarcofago, si vennero a creare leggende quasi magiche e mistiche. Pare, infatti, che l’apertura del sarcofago avrebbe scatenato una vera e proprio maledizione, un anatema, che si sarebbe abbattuto sui suoi profanatori. Il caso ha voluto che negli anni appena successivi all’apertura della tomba, tutti i protagonisti della scoperta trovarono la morte per i motivi più disparati e questo ha alimentato ancora di più la leggenda.

1946 (77 anni fa): entra in funzione ENIAC, il primo computer general purpose della storia. L’ENIAC fu progettato e costruito alla Moore School of Electrical Engineering, una ex scuola universitaria dell’Università della Pennsylvania, per il Ballistic Research Laboratory, un ex centro di ricerca dell’esercito degli Stati Uniti d’America. Il progetto denominato “Project PX” venne affidato ai due scienziati J. Mauchly e J. Eckert che, dopo ben 7.237 ore di lavoro, lo portarono a compimento. Furono necessarie 18.000 valvole termoioniche che portarono l’ambiente ad una temperatura superiore ai 50 °C. Il computer occupava una superficie di 180 metri quadrati e aveva un peso di 30 tonnellate. Era il 1946. Inizialmente era stata prevista una spesa complessiva di $61.700, ma a lavori ultimati erano stati spesi $486.804,22, una somma otto volte maggiore di quella preventivata. L’ENIAC assorbiva tanta energia elettrica che, alla sua prima messa in funzione, causò un blackout nel quartiere ovest di Filadelfia. Durante la presentazione ufficiale nel 1946 l’ENIAC fu in grado, in meno di un secondo, di effettuare 5.000 volte la moltiplicazione di 97.367 per sé stesso. Alla presentazione del calcolatore seguirono, oltre ai comunicati del Dipartimento di guerra, vari articoli in giornali popolari, L’ENIAC rimase in funzione fino al 2 ottobre 1955; venne poi trasferito al museo Smithsonian Institution, a Washington, dove è ancora esposto.

Scomparso oggi:

1907 (116 anni fa): muore, a Bologna, Giosuè Carducci poeta, scrittore, critico letterario e accademico. Nato a Valdicastello (Lucca), il 27 luglio 1835, è stato il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906. Carducci è stato il più grande rappresentante della nuova poesia italiana di fine Ottocento, egli volle restituire dignità alla poesia italiana, indebolita dalle imitazioni dei poeti stranieri. Per fare questo cercò di educare moralmente attraverso l’arte. Le letture di Foscolo e Leopardi stimolarono in lui il culto per le tradizioni e per gli ideali classici; la sua poetica omaggia infatti la tradizione greca, romana e il Rinascimento italiano. Il risultato è una poesia alta, solenne, ma anche a noi famigliare, intrisa di sentimenti delicati, che rivela affetti e sofferenze attraverso l’alternarsi di paesi soleggiati e lunari malinconie, come “Pianto antico“ dedicata al figlio perso, nel quale manifesta tutto il suo dolore. Carducci è stato il più grande rappresentante della nuova poesia italiana di fine Ottocento. Egli volle restituire dignità alla poesia italiana, indebolita dalle imitazioni dei poeti stranieri, per fare questo cercò di educare moralmente attraverso l’arte. Le letture di Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi stimolarono in lui il culto per le tradizioni e per gli ideali classici; la sua poetica omaggia infatti la tradizione greca, romana e il Rinascimento italiano. Il risultato è una poesia alta, solenne, ma anche a noi famigliare, intrisa di sentimenti delicati, che rivela affetti e sofferenze attraverso l’alternarsi di paesi soleggiati e lunari malinconie. del 1871, gli diedero la piena affermazione come maestro e critico, figura fondamentale della letteratura italiana ed europea. Nel 1871, irruppe nella sua vita Carolina Cristofori Piva con la quale iniziava un colloquio epistolare tra i più celebri e suggestivi dell’intero Ottocento. La donna, aspirante poetessa residente a Milano, fu rapita dai versi del poeta, sempre più bisognoso di sentirsi vivo. La relazione rimase, comunque, principalmente epistolare, idilliaca, piuttosto che realmente vissuta. Lidia o Lina, così veniva cantata nelle poesie, arricchì la produzione di Carducci di una nuova intensità sentimentale. Sono questi, infatti, gli anni della maturità dello scrittore, che da un punto di vista poetico è caratterizzata dalla presenza di temi più intimi e autobiografici e dal motivo del paesaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

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