L’indagine era partita dall’ipotesi secondo cui a Nardodipace si sarebbe costituita una associazione a delinquere con al vertice l’ex primo cittadino, finalizzata a costituire società fittizi con lo scopo di percepire illecitamente finanziamenti provenienti dall’Unione europea. L’operazione era scattata nel febbraio 2015.
È stato assolto l’ex sindaco di Nordodipace Romano Loielo, questa la decisione adottata dal Tribunale di Vibo Valentia in merito al processo “Uniti per la truffa” che ha visto l’ex sindaco e i componenti della sua amministrazione imputati e coinvolti nell’operazione della Procura e dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno denominata “Uniti per la truffa”, scattata il 3 febbraio del 2015. L’indagine era partita dall’ipotesi secondo cui a Nardodipace si sarebbe costituita una associazione a delinquere con al vertice l’ex primo cittadino, finalizzata a costituire società o enti fittizi con lo scopo di partecipare ad un bando pubblico e percepire illecitamente finanziamenti provenienti dall’Unione europea da utilizzare anche per l’avvio di tirocini.
Assolti dal reato di associazione a delinquere – finalizzata alla commissione di una pluralità di truffe ai danni della Regione Calabria e della Comunità europea per il conseguimento di erogazioni pubbliche – l’ex sindaco Romano Loielo, l’ex vicesindaco Romolo Tassone, Fabio Rullo, Mario Carrera (fra i presunti beneficiari di contributi finanziari della Regione), l’ex assessore comunale Maurizio Maiolo, Marinella Iacopetta (moglie dell’allora assessore Maiolo), Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Lucia Primerano, Luigi Tassone, Marisa Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo, Sandro Randò, Alberto Franzè (già vicesindaco nella seconda giunta Loielo) e Antonio Franzè (ex consigliere comunale di maggioranza). L’assoluzione per loro è con la formula “perché il fatto non sussiste”. Assoluzione dal reato di truffa “per non aver commesso il fatto” per Luigi Tassone e Fabio Rullo. Assoluzione da altri reati-fine, “perché il fatto non sussiste” incassano anche Romolo Tassone, Marinella Iacopetta, Lucia Primerano, Maurizio Maiolo, Fabio Rullo, Marisa Maiolo, Rita Fazio, Valeria De Masi.
In merito alle assunzioni effettuate dalle varie associazioni, il Tribunale ha rilevato che “pur singolare nell’intreccio dei rapporti di parentela tra i vari tirocinanti, appaiono tutte conformi alle previsioni sancite dal bando, il quale poneva come unico divieto quello di assumere all’interno della medesima associazione parenti del legale rappresentante” ed ha riscontrato “l’assenza degli elementi costitutivi del reato associativo”. Inoltre, gli elementi costituiti dai legami di parentela tra i rappresentanti legali delle associazioni e vari dipendenti e dalla presenze del medesimo commercialista “non possono ritenersi in alcun modo idonei a provare l’esistenza di un accordo criminoso”.
L’istruttoria ha anche permesso di accertare che “le associazioni erano già esistenti ed operanti prima della pubblicazione del bando di gara” ed è quindi “smentita la circostanza secondo cui le associazioni sarebbero state fittiziamente costituite al fine di accedere all’erogazione di finanziamenti pubblici”. “Mi ritengo assolutamente soddisfatto – ha commentato Loielo – del verdetto di proscioglimento del Tribunale di Vibo Valentia. Con una splendida sentenza emessa dal Collegio, infatti, non solo è stata smantellata la infondata accusa di associazione a delinquere a nostro carico, cui io avrei avuto il ruolo di capo per il semplice fatto di aver ricoperto all’epoca la carica di sindaco, ma addirittura viene sgomberato il campo dalla minima sussistenza di un accordo o di una preventiva programmazione tra gli imputati in ordine alle modalità con le quali partecipare al bando e, successivamente, conseguire le erogazioni pubbliche. Neppure è emerso un ruolo di preminenza di alcuni imputati rispetto ad altri’”. Loielo ha affermato di aver “sempre nutrito una profonda fiducia nella macchina della giustizia che, al culmine della sua procedura, arriva a dare giustizia e ristabilire sempre la verità dei fatti”