Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data dell’8 Gennaio.
Accadde che:
1922 (101 anni fa): avviene una frana catastrofica a San Fratello in provincia di Messina, in Sicilia. Molte persone furono svegliate da un rombo molto forte, come di un tremore sismico. Allertati da questi segnali gli abitanti del paese preferirono accamparsi all’esterno in tende di fortuna piantate appena fuori dal centro abitato. Dopo la notte all’addiaccio molti volevano tornare nelle loro abitazioni, ma il prete del paese e il capitano dei carabinieri persuasero i cittadini a rimanere all’esterno delle costruzioni, alcune già danneggiate dall’evento della notte. Intorno alle 16.00 di quella stessa domenica, una gigantesca frana si staccò dal fianco della montagna e sommerse San Fratello con un fiume di detriti rocciosi e fango. Molti i danni anche alle chiese, mentre la cattedrale fu distrutta dalla frana. Si riportano 2 vittime ufficiali: un’anziana donna di 85 anni che non voleva lasciare la sua abitazione e suo figlio, morto nell’ultimo disperato tentativo di portarla in salvo. È probabile che, nel caos e nell’esodo di tutte le migliaia di persone che prima abitavano il paese, qualcun altro sia rimasto ucciso nei crolli delle proprie abitazioni o schiacciato da detriti rocciosi di grosse dimensioni. Appena avuto notizia dell’immane disastro, il Ministero dell’Interno e quello dei lavori pubblici stanziarono rispettivamente la somma di 40 mila e 100 mila lire. Il re elargì una somma minore di 25 mila lire per gestire l’emergenza. Il ministro della guerra dispose che i suoi militari avrebbero dovuto raggiungere quanto prima la popolazione colpita, in qualsiasi modo, per alleviare le conseguenze del disastro. Oggi, il comune di San Fratello fa parte della provincia di Messina, che è considerata dagli esperti come una delle aree a più alto rischio di eventi di dissesto dell’intera Sicilia.
1930 (93 anni fa): a Roma, il principe Umberto di Savoia sposa Maria Josè del Belgio. Le nozze vengono celebrate nella Cappella Paolina del palazzo del Quirinale. Dopo la funzione gli sposi furono ricevuti da Pio XI, il Papa che l’anno prima aveva stipulato i Patti Lateranensi, nel quadro di un chiaro disgelo fra Italia e Vaticano. La coppia trascorse i primi anni di matrimonio a Torino, dove Umberto comandava il 92º reggimento di fanteria con il grado di colonnello. Maria José non ebbe mai buoni rapporti con i membri di Casa Savoia. La sua provenienza dal più aperto ambiente reale belga e l’educazione di stampo moderno che aveva ricevuto, si scontravano con il rigore della più chiusa monarchia italiana. Anche il rapporto con il marito non è stato facile, perché Umberto era devoto alle regole di corte e ai suoi cerimoniali, sottomesso al rigore del re suo padre e molto religioso, mentre la moglie riservava un interesse molto tiepido alla chiesa. Un’unione, quindi, che non è stata delle più felici. Infatti, in seguito alla vittoria del referendum che sancì la sconfitta della monarchia in favore della Repubblica, la separazione della coppia diventò ufficiale: l’ex regina comprò il castello di Merlinge in Svizzera, mentre il marito ha scelto di vivere a Cascais in Portogallo.
Scomparso oggi:
1337 (686 anni fa): muore, a Firenze, Giotto di Bondone, noto come Giotto pittore e architetto. Nato, probabilmente, nell’anno 1267, a Colle di Vespignano, presso Vicchio, nel Mugello è una delle massime figure dell’arte non solo italiana, ma dell’intero Occidente. È ricordato per aver dato un senso del tutto nuovo ai concetti di colore, spazio e volume, “riprendendo” e immortalando i suoi soggetti direttamente dalla realtà, “dal naturale”, come si diceva un tempo. La sua arte segna il passaggio dal Medioevo all’Umanesimo. Prendendo per buona la testimonianza di un grande storico dell’arte come Giorgio Vasari, l’allora maestro Cimabue l’avrebbe scovato, ragazzino, nel tentativo di disegnare delle pecore, durante una delle sue giornate di lavoro al campo. Ad ogni modo, intorno ai dieci anni, il piccolo Giotto comincia già a frequentare la bottega del maestro. Intorno al 1311, ritornato a Firenze, dipinge una delle opere più importanti della sua carriera di artista: la “Maestà” degli Uffizi. Tra il 1322 e il 1328 inoltre realizza il Polittico Stefaneschi alla Pinacoteca Vaticana, Il Polittico Baroncelli e l’affresco a secco delle “Storie Francescane” della Cappella Bardi, sita in Santa Croce, sempre a Firenze. Il 18 luglio del 1334, dà inizio al campanile da lui disegnato, che prenderà il suo stesso nome, per quanto la realizzazione finale non risponderà fedelmente ai suoi voleri iniziali. Alla sua morte, viene sepolto con grandi onori in Santa Reparata (Santa Maria del Fiore), a spese comunali.