Salvini nella sua demagogica e truffaldina propaganda dà per scontato che il ponte sullo stretto di Messina sia realizzabile, in quanto sarebbe una priorità nazionale ed europea, un’opera sostenibile in termini economici e ambientali. Ma sul via libera europeo è tutta una fuffa: Bruxelles quattro giorni fa ha solo detto che aspetta un progetto. Che non c’è.
Catanzaro e tutta la zona attorno al capoluogo di regione, così come Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto fanno ancora i conti, dopo 15 giorni, con i danni enormi provocati dalla furia dell’acqua nella notte tra sabato e domenica di due settimane fa ma in Italia si parla ancora, inopinatamente, di ponte sullo Stretto.
Il ponte mai fatto è già costato quasi un miliardo e mezzo di euro. Il conto include studi di fattibilità, buchi nel terreno, penali e risarcimenti. Ora la legge di bilancio resuscita addirittura la società messa in liquidazione 9 anni fa e le dà 50 milioni di euro, mentre tutto il sud – da Ischia a Copanello – frana miseramente.
Salvini nella sua demagogica e truffaldina propaganda dà per scontato che il ponte sullo stretto di Messina sia realizzabile, in quanto sarebbe una priorità nazionale ed europea, un’opera sostenibile in termini economici e ambientali. Ma sul via libera europeo è tutta una fuffa: Bruxelles quattro giorni fa ha solo detto che aspetta un progetto. Che non c’è.
I costi stimati di questa opera sono in verità enormi: 8 miliardi. Escludendo, ovviamente, gli aumenti non prevedibili dovuti all’inflazione e alla revisione dei costi. Ma soprattutto le priorità sociali, economiche e ambientali sono ben altre.
Come è ben spiegato dallo studio Svimez 2022, di poche settimane fa, il Mezzogiorno corre il pericolo di recessione e necessita di nuove politiche per aumentare i consumi dei cittadini. Serve poi una svolta nei trasporti e nella rete ferroviaria nazionale e locale ma Salvini propone una spesa pazza per un progetto che non può essere finanziato dal Pnrr perché i tempi di realizzazione del ponte sono fuori del tempo massimo previsto dall’Ue.
Parliamo, dunque, di cose vere e reali: le ferrovie nel Mezzogiorno ad esempio. Un cittadino per andare da Catania a Palermo, 166 km, partenza ore 10,15, ci mette 5ore e 8 minuti con un cambio oppure altre 3 ore; per Reggio Calabria-Napoli si va dalle 4,38 ore alle 5,07; per andare da Bari a Reggio Calabria si passa prima a Caserta, poi a Salerno e infine a Reggio C., e ci si impiega dalle 9 alle15 ore. Poi, appunto, il nostro territorio perché quelle frane di Ischia e Copanello simboleggiano l’assenza di attenzione alla cura della montagna, del territorio e ci parlano del degrado portato dall’abusivismo e dalla cementificazione.
Ultimo argomento (ma non ultimo per importanza): la zona dello Stretto di Messina, su cui dovrebbe sorgere il ponte, è a forte rischio sismico, in quanto c’è una faglia che è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 6.9, un’energia molto simile a quella liberata durante il terremoto del 1908, (75-85.000 vittime). Questa è la valutazione di uno studio condotto sui fondali marini dello Stretto di Messina e sulla sismo-tettonica dell’area, frutto di una collaborazione internazionale tra il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, il Center for Ocean and Society Institute of Geosciences dell’Università di Kiel in Germania e l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Quindi, quell’area non è affatto sicura.
Già ai tempi dei governi Berlusconi, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approvò un progetto (forse l’unico) in cui, però, segnalava un insieme di criticità che difficilmente potranno essere bypassate da qualsiasi altro progetto e che sono da sciogliere.
Ma la questione di fondo rimane – lo ripetiamo – la tutela del territorio inteso come suolo, zone naturalistiche, acque e mare. Questa è la maggiore opera pubblica di cui ha urgentemente bisogno il nostro paese e che rappresenta un enorme bacino di nuova occupazione che può mantenere al sud quelle migliaia di giovani meridionali che emigrano altrove. Salvini pensi a questo e non alle chiacchiere sul ponte!