Il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Valditara, ha proposto lavori socialmente utili per i ragazzi violenti nelle scuole. La reazione della stampa e delle “Forze progressiste e democratiche” non si è fatta attendere, tanto che il ministro è stato costretto a correggere il tiro, ammettendo di aver sbagliato quantomeno nel linguaggio. Nel 2014, il dottor Nicola Gratteri espone a Renzi la sua idea di Giustizia, proponendo che un pubblico amministratore, condannato a due anni, avrebbe dovuto scontare la pena pulendo ogni sabato e domenica le strade, i giardini del paese o della città in cui ha commesso il reato. Ora, qual è la differenza tra la “Scandalosa” proposta di Valditara e il luminoso programma di Gratteri-Renzi?
Quando andavo a scuola c’era la fila degli asini e quando un maestro voleva umiliare fino alle lacrime un alunno “asino”, quasi sempre proveniente delle famiglie più povere del paese, si attaccavano al malcapitato la coda e le orecchie d’asino fatte di cartone per farlo girare tra le classi della scuola. Tutti i bambini a ridere e Lui a covare il massimo rancore verso la società.
L’umiliazione come fattore di crescita. Sono passati 70 anni e il messaggio educativo viene riproposto dal ministro della pubblica istruzione Valditara “Lavori socialmente utili per i ragazzi violenti nelle scuole”. La reazione della stampa e delle “Forze progressiste e democratiche” non s’è fatta attendere. Per esempio, Laura Zanella, presidente dei senatori “sinistra-verdi” si augura una “Rivolta degli studenti” ed aggiunge “Noi saremo con loro”. Mentre Simona Malpezzi, presidente dei parlamentari del PD alla Camera, dichiara: “Immaginare che un ragazzo possa crescere dopo aver subito un’umiliazione descrive un modello educativo e pedagogico che fa rabbrividire. “Perfino un deputato “liberal” e moderato come Cottarelli si dice “Allibito” dalle parole del ministro. Valditara è costretto a correggere il tiro, ammettendo di aver sbagliato quantomeno nel linguaggio.
Non c’è dubbio che si tratti di una proposta di destra e che la sinistra l’avversi sarebbe nell’ordine naturale delle cose. Sicuramente, Valditara propone un modello educativo che da Rousseau in poi ha fatto discutere molto e vederlo riproposto nel terzo millennio suscita più di qualche perplessità.
Si tratta di una proposta di destra e che appartiene al bagaglio “Culturale”, ed alla tradizione della destra oscurantista. Tale resta aldilà di chi la propone.
Nel 2014, il dottor Nicola Gratteri espone a Renzi (incaricato a formare il nuovo governo) la sua idea di “Giustizia” qualora fosse stato nominato ministro. Il presidente incaricato ed i suoi collaboratori lo trovano convincente, ed in base alle cose dette viene incluso nella lista dei ministri. Il PD e la Sinistra pronti a votare la fiducia. Riportiamo uno stralcio del vasto programma: “Un pubblico amministratore condannato a due anni con pena sospesa e non menzione della condanna sul casellario giudiziale. Si tratta d’una condanna che non serve a nulla: non serve a lui e non serve alla collettività. Perché, invece, non stabilire che il soggetto in questione debba scontare la pena pulendo ogni sabato e domenica le strade, i giardini del paese o della città in cui ha commesso il reato.? Sarebbe una scelta di tipo rieducativo e terapeutico enorme per lui, ma anche qualcosa che favorirebbe un ritorno di immagine enorme, che aumenterebbe la credibilità del pianeta giustizia, delle istituzioni e dello Stato presso la collettività.”
Fin qui Gratteri.
Non reagisce la stampa democratica e meno ancora gli intellettuali di sinistra. Entusiaste le forze “progressiste” presenti in Parlamento che sono pronte ad accettarlo come ministro.
Cosa cambia tra la “Scandalosa” proposta di Valditara e il luminoso programma di Gratteri-Renzi e compagnia bella? Nulla. Pulire una strada non è umiliante e curare il verde pubblico lo è ancor meno se lo si fa per scelta o per lavoro.
Ma mettere per esempio un padre di famiglia, un giovane che avrà pur sbagliato, ad una pubblica gogna avrebbe lo stesso effetto devastante dell’alunno vestito d’asino e costretto a girare tra i banchi.
In questo caso, però, ricadrebbe come un macigno sui figli o comunque sulla propria famiglia. Un’ umiliazione medievale che avrebbe un solo risultato: costruire dei grandi incubatori di odio verso la società, di risentimento verso tutti, di rivolta verso lo Stato, di distruzione della personalità non solo del malcapitato, ma di tutto il nucleo familiare. Sarebbe un ritorno alla gogna che poi potrebbe spianare la strada alla frusta ed alla tortura.
In un batter d’occhio si demolisce la Costituzione dalle fondamenta e si ritorna indietro nel tempo sino ad annullare, con un colpo di penna, tutto ciò che la cultura illuminista e democratica ha scritto da Cesare Beccaria in poi.
Può scrivere queste cose soltanto chi pensa di incarnare un potere assoluto, ed è certo di non poter mai pagare per i propri errori. Perché una cosa è certa: commettere un reato, per esempio di abuso di ufficio o di falso in bilancio, è cosa grave, ma quanto lo è la privazione illegittima della libertà di un innocente? E quale dovrebbe essere in tal caso la pena in tal caso?
Se il PD e la Sinistra tutta volessero veramente capire i motivi della crisi in cui si dibatte non dovrebbe nominare “Saggi” e “Commissioni”.
Basterebbe chiedersi “Com’è potuto succedere tutto questo”. Perché si scaglia contro Valditara e hanno accettato, assumendo una posizione prona e silente, proposte ben peggiori, facendole proprie.
Lo scandalo non è quanto ha scritto il dottor Gratteri.
Lo scandalo vero è il silenzio dei “giusti”.