Nella giornata di ieri, mercoledì 23 Novembre, è avvenuto un grave episodio vandalico, a Reggio Calabria, nello spazio culturale del nostro direttore Franco Arcidiaco e di sua moglie Antonella.
Paura, rabbia, smarrimento, sono queste le sensazioni che colgono tanti esercenti la mattina, all’apertura dei loro negozi. Ieri mattina, è toccato ad Antonella Cuzzocrea davanti alla vetrina di Spazio Open sfondata e distrutta. I due solerti e professionali poliziotti intervenuti, hanno confermato che si è trattato di uno scassinatore seriale che ha colpito sei esercizi tra Via Aschenez e Via Filippini. A Spazio Open, non ha rubato nulla… i libri non son buoni nemmeno da rubare, però è costato il danno alla vetrina e l’amarezza mista a paura nel vedere la porta sfondata e il loro lavoro violato.
Il problema è che c’è in città una vera emergenza sociale; in città si registra una recrudescenza della microcriminalità e, da qualche mese, la cittadinanza si trova a fare i conti con auto bruciate, taglieggiamenti, scippi, rapine, furti, aggressioni e violenze. Gli inquirenti, sempre alla ricerca spasmodica del terzo livello, sono in tutt’altre faccende affaccendati e lasciano campo libero al primo livello, alla manovalanza che tormenta cittadini e commercianti. A memoria d’uomo non si ricorda un solo arrestato per i reati cosiddetti minori che angustiano le nostre giornate. In compenso, nei tribunali si favoleggia ancora di osso, mastrosso e carcagnosso, si rispolverano fascicoli vecchi di 40 anni e si riportano in vita improbabili boss ottuagenari che si reggono in piedi a malapena. Cittadini e imprenditori onesti, sono allo stremo delle forze e la città affonda nelle sabbie mobili. Prefetti, questori e procuratori giungono a Reggio, città di frontiera, solo per conseguire il “diploma di master” che li proietti verso brillanti carriere. Siamo una città laboratorio destinata a marcire nel brodo di coltura alimentato dal cinismo di chi ha interesse a mantenere il Sud in condizione di irredimibilità.