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A proposito dei campi Padel sul lungomare di Siderno

Riceviamo e pubblichiamo questo scritto di Nando Errigo in riferimento e risposta ad alcuni articoli e video che riguardano la vicenda del campo di Padel sul lungomare di Siderno. 

Nando Errigo – novembre 2022

 Nella vicenda dei campi Padel sul lungomare di Siderno c’è di tutto.

  • il comportamento poco convincente di un privato cittadino che il 04 maggio 2021 chiede di realizzare dei Campi di Padel sul lungomare in un’area non del tutto prevista a tale scopo;
  • il decisionismo bizzarro della Commissione Straordinaria che il 13 agosto 2021 approva un Documento Unico di Programmazione, con allegato il Piano delle alienazioni e Valorizzazioni del patrimonio immobiliare;
  • l’imprudenza del Tecnico Responsabile che in data 01 ottobre 2021 approva il Progetto e relativo Schema di Convenzione, in una fase in cui il nuovo Piano Strutturale Comunale, adottato il 22 luglio 2021, richiedeva maggiore attenzione.

In questo ordine cronologico l’Attuale Amministrazione si è trovata fra le mani un Atto di Convenzione precedentemente sottoscritto (05 ottobre 2021) con esiti incerti sull’eventuale revoca. Bene ha fatto, a mio parere, a non revocarlo! Né si può sostenere, con tanta supponenza, che l’Assessore al ramo abbia reso in Consiglio risposte “insoddisfacenti, approssimative ed errate”.

È chiara, infatti, la coerenza dell’iniziativa con gli obiettivi di “valorizzazione di aree o immobili, come elementi qualificanti del contesto urbano, e per favorire un uso delle stesse ai fini sociali, culturali, ricreativi e sportivi”.

In altre parole, l’iniziativa di incrementare l’offerta di attività sportive in un’area di riqualificazione (e poi di conservazione) ambientale, perché ricondurla semplicisticamente alla sola valutazione tecnica? Basta uno sguardo ai comuni vicini per avere risposta.

D’altra parte, al di là di ogni altra considerazione di opportunità sul Progetto – che in urbanistica non ha mai carattere di univocità – forse sfugge che l’ammissibilità del Progetto era ed è riscontrabile nel TU-Edilizia n. 380/2001 e smi, allorquando l’Art. 23-quater dispone sugli Usi temporanei del territorio stabilendo che:

– allo scopo di attivare processi di rigenerazione urbana, di riqualificazione di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e favorire, nello stesso tempo, lo sviluppo di iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale, il Comune può consentire l’utilizzazione temporanea di edifici e aree per usi diversi da quelli previsti dal vigente strumento urbanistico;

– l’uso temporaneo può riguardare immobili e aree sia di proprietà privata sia di proprietà pubblica, purché l’iniziativa sia di interesse pubblico o generale, correlata agli obiettivi urbanistici e ambientali prima richiamati.

Ma ciò che più importa è che “l’uso temporaneo non comporta il mutamento della destinazione d’uso del suolo interessato” qualunque sia lo strumento urbanistico di riferimento e che la Commissione Straordinaria a suo tempo ha agito con i poteri della Giunta e del Consiglio Comunale.

Questi sono gli elementi tecnici essenziali.

Non c’è altro in questa vicenda, se non la “Storia del Lungomare” e il Sogno mai raggiunto della sua valorizzazione urbanistica che si è sempre mescolata a doppio filo con il “Senso dei luoghi” che hanno i cittadini di Siderno nei riguardi di questa parte di città proiettata sul mare.

Nella metà degli anni ’90 scorsi si era prodotto un Piano Particolareggiato che ancora oggi manifesta chiari e attuali indirizzi di sviluppo, non superati sia nella rappresentazione sia nella concretezza delle proposte. Nulla di fatto. È passato “indenne” dalla visione politica di chi in quegli anni ha gestito la cosa pubblica.

Oltre venti anni dopo (si è nel 2016) l’Amministrazione pro-tempore promuove un “Concorso di idee” per il Lungomare e delinea una serie di proposte progettuali concretamente meglio realizzabili rispetto alla tanta sterile utopia. Il tentativo non ebbe buona sorte, ma soprattutto aveva il limite di non proporsi in termini di progetto urbanistico programmatico.

Poi fino ad oggi il nulla se non sporadici tentativi di abbattere questo o quel vero o presunto “ecomostro”. Un cahiers de doléances vuoto.

Meditare, da sidernese, sul “senso di questo luogo” non è semplice e c’è il rischio di banalizzare.

Più volte si sentono le stranezze del carattere dei sidernesi: benevolo (a volte ipocrita) e scandalistico (a volte per partito preso), ma sempre propenso a discutere e ad apprendere (a volte solo di critica sterile). Sul Lungomare, è come se non si volesse cancellare un tabù. La paura che chiunque metta mani provochi un esito negativo.

Al contrario, è necessario abbattere il muro di pregiudizi che oggi rende fin’anche difficile un’informazione corretta, mentre consente strumentalizzazioni di ogni tipo, a cominciare da quelle politiche, che favoriscono il caos anziché soluzioni razionali e appropriate. L’area assegnata non segna il destino di Siderno né, tantomeno, del Lungomare. Così si è letto da qualche parte!!

Se si potesse riflettere sul Lungomare senza enfasi o interessi contingenti di parte politica, se si potesse ragionare sul Lungomare, responsabilmente, per offrire un contributo tecnico e culturale alla Città, per promuovere, finalmente, un Progetto unitario di sviluppo, forse si eviterebbe di trovarsi in condizioni di immobilismo o di incertezza che “inevitabilmente” conducono a gridare allo “scandalo” dopo aver assegnato, nel bene o nel male, l’uso temporaneo di un’area a svolgere un servizio pubblico. Un’area in degrado, valorizzata dopo più di venti anni dalle previsioni del previgente PRG mantenendo una destinazione urbanistica compatibile con tutta la gamma degli standard urbanistici previsti, compresa da destinazione di cui al Progetto. Che valore attribuire, in questo contesto, alla mancata autorizzazione della ferrovia, comunque sempre superabile? Stante il fatto che esiste un parere preventivo delle FF.SS. con esito positivo.

Dopo i lunghi anni nei quali la “passeggiata” è rimasta la dorsale per gli usi di spiaggia, oggi sembra necessario comprendere i livelli di “disagio” del Lungomare: da una parte, la mancanza di chiarezza organizzativa-funzionale e morfologica-ambientale, dall’altra, l’assenza di identità urbana del “luogo” più apprezzato della Città, ma mai fatto uscire dal suo guscio per aprirsi al settore urbano oltre la ferrovia.

A Siderno sono ormai pressanti nuove problematiche; esistono esigenze pratiche strettamente finalizzate a sciogliere i nodi della vecchia urbanistica dello “zoning”, spesso troppo dirigistica e poco flessibile, non in grado di assecondare “idee mature” e “processi” di sviluppo in fieri. La condizione in cui versa il Lungomare è emblematica. Il Piano Strutturale Comunale è in sintonia con questo? Credo di no.

C’è da augurarsi che la nuova classe dirigente sia in grado di ascoltare, assecondare e proporre idee e processi di autentico sviluppo, così come sta avvenendo in questi mesi da parte dell’Amministrazione, ma a frenare sembrano esserci strumentalizzazioni o posizioni di parte molto effimere.

Siderno ha bisogno del contributo di tutti: amministratori e amministrati.

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