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sabato, Novembre 23, 2024
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HomeArte,Cultura,EventiÈ morto Fortunato Nocera

È morto Fortunato Nocera

È giunta la notizia della morte di Fortunato Nocera, scrittore e ferroviere, persona di una grande sensibilità e immensa cultura. Lo scrittore di San Luca è venuto a mancare, qualche ora fa, all’ospedale di Catanzaro, ed ancora incerta la data dei funerali. Intanto, per ricordarlo, pubblichiamo una sua intervista fatta, quando è stato nominato dal suo comune sanluchese illustre per il contributo sociale, culturale e la devozione che ha sempre dimostrando nei confronti del suo paese.

Quali emozioni ha provato nell’essere stato eletto “Cittadino illustre”del suo paese?

Ho provato una forte emozione, non me l’aspettavo. Ho ricevuto qualche giorno fa la telefonata del sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, che mi comunicava che l’intero consiglio comunale ha deciso di onorarmi con questo riconoscimento. Non so se mi merito così tanto, ho solo cercato di fare, nel mio piccolo, qualcosa per il mio paese.

 Quale messaggio ha voluto inviare attraverso le sue pubblicazioni?

Ho sempre cercato di raccontare il mio paese, visto secondo il mio vissuto. In particolare, in “Colloquio con il padre”racconto San Luca attraverso i miei occhi  e quelli di mio padre, soprattutto negli anni terribili della seconda guerra mondiale, anni in cui si pativa davvero la fame. C’è un episodio che merita di essere ricordato, quando nel ’43 gli alleati, arrivarono in Calabria, bombardarono la ferrovia Jonica costringendo tante persone dalla marina a trasferirsi nei paesi interni, come San Luca. In questa circostanza i sanluchesi, nonostante in povertà, hanno accolto e sfamato questa gente.

Lei ha vissuto 15 anni a Milano. Cosa ricorda di quel periodo?

Prima di parlare di Milano devo fare una piccola precisazione: a scuola ho avuto la fortuna di avere due professori che hanno saputo trasmettere agli alunni la passione per lo studio: Armando La Torre e Walter Pedullà. Questa passione e curiosità per il sapere non mi ha più abbandonato, permettendomi a Milano di ambientarmi e conoscere persone di grande cultura come Dario Fo, Umberto Eco, Franca Rame e tanti altri. Sono stati anni in cui ho approfondito gli studi soprattutto di storia, anni in cui lavoravo come ferroviere e facevo parte del sindacato.

Ha avuto dei punti di riferimento nel corso della sua vita dai cui ha tratto insegnamenti?

Certamente, ho avuto la fortuna di conoscere e di essere grande amico di tre grandi uomini che mi hanno insegnato tanto: Virgilio Condarcuri, che penso sia stato uno dei personaggi più importanti della nostra Regione. Quello che più mi ha colpito in Virgilio è stata la sua etica politica, il suo comportamento nobile. È stato a capo del sindacato, ma  era sempre il primo ad agire, non si è mai tirato indietro di fronte alle battaglie. Era, insomma, un vero leader. Un altro grande amico è stato Pasquino Crupi, era immensa la sua passione per la letteratura, in particolare per quella meridionale. Pasquino è stato sicuramente l’ultimo meridionalista. Infine, ricordo il professore Giuseppe Falcone, di Roccella, docente di dialettologia all’università.

Non pensa che forse il problema di oggi è che manchino dei veri uomini di cultura?

Purtroppo si, manca la vera cultura. Gli insegnanti, sin dalle elementari, dovrebbero riuscire ad appassionare i ragazzi alla cultura  e in particolare a far conoscere la letteratura meridionale così ricca, ma allo stesso tempo così sconosciuta. I ragazzi devono studiare per amore di conoscenza non solo per ottenere una buona posizione sociale. Sono certo, che la cultura sia la chiave per rendere la nostra terra ancora più bella.

A chi dedicherà l’omaggio che riceverà dal suo Comune?

A tutte le perone illustri di San Luca, li citerò ad uno ad uno.

 

 

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