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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 12 Ottobre.

Accadde che:

1492 (530 anni fa): Cristoforo Colombo, durante il suo primo viaggio, approda sul’ isola di Guanahani, battezzandola San Salvador, scoprendo quello che verrà definito il Nuovo Mondo. Navigatore genovese, aveva iniziato giovanissimo a solcare i mari sulle navi commerciali. Studiando le carte dell’epoca e raccogliendo testimonianze, si convinse di aver individuato una nuova rotta per l’Asia. Ma il re Giovanni II, pur accettando di riceverlo, decise di non finanziare l’impresa. Colombo non si arrese e nel 1486 riuscì a ottenere ascolto dai reali di Spagna, spiegando il progetto: raggiungere attraverso un nuovo percorso il Catai e il Cipango, come erano chiamati Cina e Giappone. Il navigatore ricevette, però, ancora un rifiuto. Ma, nel 1492, avvenne il colpo di scena: i regnanti cambiarono idea e gli accordarono i finanziamenti necessari. Il 3 agosto di quell’anno salparono le caravelle, Niña, Pinta e Santa Marìa. Fu un viaggio lungo e difficile, tra guasti e proteste dei marinai, sempre più scettici e provati. Soltanto a ottobre si riaccese la speranza: le onde trasportarono dei ramoscelli, alcuni con fiori freschi, segno della vicinanza con la terraferma. La notte dell’11 ottobre Colombo si convinse di aver avvistato una luce e  nella mattina del 12 la spedizione sbarcò a Guanahanì, un’isola delle Bahamas, incontrando i primi, sorpresi indigeni.

1984 (38 anni fa): una bomba piazzata dagli estremisti dell’IRA esplode nel Grand Hotel di Brighton, nel Sussex, dove Margaret Thatcher e i suoi ministri risiedevano in vista del congresso del partito conservatore che si sarebbe tenuto l’indomani. La carica esplosiva è stata devastante e ha sventrato la facciata del palazzo, ma la Thatcher ne esce miracolosamente illesa. Si salvarono anche i membri del suo gabinetto. L’attentato provocherà 5 morti e 34 feriti. L’attacco fu immediatamente rivendicato dall’ala Provisional dell’IRA (Esercito Repubblicano Irlandese): “La signora Thatcher ora comprenderà che la Gran Bretagna non può occupare il nostro paese e torturare i nostri prigionieri e sparare alla nostra gente nelle sue strade e passarla liscia. Oggi siamo stati sfortunati, ma ricordate che abbiamo bisogno di essere fortunati per un solo giorno. Voi dovrete esserlo sempre. Date pace all’Irlanda e non ci sarà più guerra”.  La risposta del primo ministro non deluse i fan più accaniti: “Questa è la portata dello sdegno che tutti abbiamo condiviso, e il fatto che siamo qui riuniti oggi, scioccati, ma composti e determinati, è il segno non solo del fallimento dell’attacco, ma del fatto che tutti i tentativi di distruggere la democrazia col terrorismo falliranno”. Il Primo ministro inglese, infatti, non cancellò né il suo intervento, né il congresso: come da programma, alle 9.30, circa sei ore dopo l’attentato, si ergeva davanti alla platea, affermando di aver assistito a “un tentativo di mutilare il Governo democraticamente eletto di Sua Maestà”.

Scomparsa oggi:

1915 (107 anni fa): viene uccisa, a Bruxelles, Edith Cavell infermiera. Nata, a Swardeston (Gran Bretagna), il 4 dicembre 1865 è ricordata perché durante la prima guerra mondiale aiutò duecento soldati a fuggire e, per questa azione, venne giustiziata dai tedeschi. Da bambina mostra una particolare predilezione per gli animali e per i fiori, che spesso sono i soggetti rappresentati nei dipinti e nei disegni che realizza. Sul finire degli anni Ottanta, incomincia a interessarsi all’infermieristica dopo aver visitato un ospedale nel corso di una vacanza in Austria. Nel 1890, complice una particolare predisposizione nell’apprendimento del francese, si aggiudica un posto di lavoro in una famiglia di Bruxelles. Nel 1895 ritorna definitivamente nella sua città natale con lo scopo di curare il padre malato. In questo frangente decide di intraprendere e dedicarsi alla carriera di infermiera. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Edith si rende conto che è soprattutto al fronte che c’è bisogno delle sue capacità. Pertanto, nei primi giorni di agosto del 1914, torna in Belgio, che poco dopo viene invaso dalla Germania. Nonostante ciò l’infermiera sceglie di non scappare, ma di rimanere per trasformare la scuola in un ospedale della Croce Rossa, curando non solo i feriti belgi, ma anche quelli tedeschi. L’ospedale della Cavell viene raggiunto nell’autunno del 1914 da numerosi soldati britannici, che poi vengono spediti di nascosto nei Paesi Bassi, fino a quel momento neutrali. Edith favorisce la loro fuga, grazie a una rete di aiuti molto fitta che rimane attiva per quasi un anno. La rete, tuttavia, viene scoperta nell’estate del 1915 dai tedeschi, che a quel punto arrestano Edith Cavell e molti dei suoi collaboratori. L’infermiera, tenuta in totale isolamento fino all’inizio del processo, arriva dinanzi alla corte il 7 ottobre, incastrandosi da sola attraverso la confessione di tutte le azioni che aveva compiuto. Viene, quindi, condannata a morte e fucilata da un plotone di esecuzione. Nonostante la reticenza dei soldati del plotone, restii a spararle, l’esecuzione viene completata senza imprevisti. Il cadavere di Edith viene, poi, seppellito in loco in maniera frettolosa. Nel 1920, è stato eretto un monumento a sua memoria a Londra: si trova in St Martin’s Place, vicino Trafalgar Square.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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