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Polistena: ragazzi torturano un gatto e poi postano il video sui social. Scatta la denuncia

Una violenza che suscita sdegno e orrore, quella consumata a Polistena ai danni di un gatto e ad opera di un gruppo di ragazzi. Da qualche ora circola, infatti, sui social un video in cui tre giovani catturano, seviziano, torturano e poi lanciano un gattino.

“Non ci sono parole per condannare quello che è successo”, afferma in un video il presidente nazionale dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente Lorenzo Croce. “L’orrore ed il peggio non hanno fine”, si legge in una nota dell’associazione, che ha deciso di sporgere denuncia contro i tre ragazzi per maltrattamenti.

Ma andiamo per gradi. Cosa è successo di preciso?

Nel paese di Polistena, un gruppo di ragazzi, di cui uno maggiorenne e uno minorenne, sono stati i protagonisti di un atto deplorevole e abbastanza deludente. Due di loro hanno filmano l’altro giovane ragazzo, mentre mimava un atto sessuale su un gatto, incitato dalle risate degli amici, i quali non sono intervenuti a fermare ciò, per poi alla fine scaraventare di peso l’indifeso animale in aria, lontano rispetto a dove il video è stato girato.

Gli autori della vicenda pare non abbiano compreso la gravità delle loro azioni poichè, successivamente al fatto, hanno pubblicato il video in questione sui social, che ha così fatto il giro del web e così la padrona del gattino i è venuta a sapere dell’orrore consumato la notte precedente.

«Ho scoperto il tutto aprendo instagram e guardando le storie di tanta gente che stava repostando e, inorridita ed incredula, ho constatato che si trattava del mio gatto. Due dei ragazzi del video mi hanno scritto scusandosi, dicendomi che stavano scherzando perché credevano che il gatto fosse randagio, come se questo li giustificasse a fare simili cose. Per fortuna il micio sembra stare bene seppur in stato confusionale, vedremo come andrà nei giorni a seguire».

Sono immagini che fanno riflettere, come a far pensare è l’atteggiamento dei membri del gruppetto protagonista dell’assurdo gesto. Incitazioni, risate e per finire una condivisione collettiva di un’assurda eccitazione, infatti nel video caricato dagli stessi protagonisti sui propri profili social, salta all’occhio l’atteggiamento di due giovani ragazzi che, frontalmente a chi riprende, ridono e tengono le proprie mani sui pantaloni, in direzione del basso ventre.

E, a minimizzare e negare il tutto, è la dichiarazione del protagonista del video, il quale sul proprio account social afferma di “non aver lanciato nessun gatto, anzi volevo pure portarmelo a casa, solo per un gesto fatto per scherzare non potete condannare una persona”.

Davanti a queste parole di superficialità, molte persone si sono indignate, tra cui l’associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente la quale si è nell’immediato mobilitata per sporgere denuncia per maltrattamento di animale nei riguardi dei tre ragazzi. “L’orrore e il peggio non hanno fine- ha dichiarato in una nota il presidente nazionale della suddetta associazione, Di Lorenzo Croce- dopo i fatti di Benevento altri gatti seviziati dai ragazzi, questa volta accade in Calabria e per la precisione a Polistena. Credo, che oltre a generici appelli al buon senso ed alla condanna dei fatti, serva anche un inasprimento forte delle pene per chi commette simili reati a danno di esseri viventi in questo caso cuccioli”.

I tre giovani protagonisti della vicenda sono stati individuati e denunciati per maltrattamento di animali.

I carabinieri sono risaliti a loro grazie al video postato su Instagram che li ritrae, mentre maltrattano il piccolo animale e poi lo lanciano con violenza verso l’alto.
All’identificazione dei tre, i militari sono giunti attraverso l’analisi delle videoriprese ed accertamenti sul profilo social del giovane, minorenne, che per primo ha diffuso la registrazione del maltrattamento. Attraverso l’esame incrociato dei suoi contatti social è stato possibile dare un volto anche ai due autori materiali degli atti subiti dal felino.

Quanto accertato dai carabinieri è stato poi trasmesso alla Procura della Repubblica di Palmi e alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria

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