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Elezioni politiche: cosa ne pensano i cittadini?

In redazione è giunta una lettera da un comune cittadino, il quale ci esprime la sua personale opinione riguardo il sistema elettorale vigente in Italia e le imminenti elezioni politiche.

Gentile Direttore,

in questi giorni i partiti sono alle prese con la composizione delle liste elettorali da proporre ai cittadini per la consultazione del prossimo 25 settembre.

L’attuale sistema, c.d. Rosatellum, disciplina l’elezione dei rappresentanti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Si tratta di un mix tra maggioritario e proporzionale. Un terzo dei seggi viene assegnato con sistema maggioritario (chi prende più voti nel collegio vince) e gli altri due terzi con un sistema proporzionale attraverso un meccanismo di listini bloccati. Questi ultimi sono proposti direttamente dalle segreterie dei partiti, che indicano discrezionalmente, secondo il principio della parità di genere, i candidati del collegio. Il cittadino-elettore non può esprimere alcuna preferenza sui candidati proposti, risultando, tra questi ultimi, eletti (proporzionalmente ai voti ottenuti dalla lista o coalizione che li ha proposti) secondo l’ordine di presentazione nel listino bloccato.

Mi piace condividere con i suoi lettori la percezione di come tale sistema sia fortemente riduttivo della volontà dell’elettore, cui si impone di essere rappresentato da persone “nominate” dai partiti e non “scelte” dalla loro preferenza.

A mio modesto avviso tale punto di caduta irrobustisce il profondo senso di distacco dei cittadini dalla politica, che si manifesta con un astensionismo sempre più marcato. Ovviamente a ciò si aggiunge, e forse ne è la causa, anche la scarsa partecipazione dal basso, con circoli o sezioni di partito ormai inesistenti e/o ininfluenti.

Ricordo i momenti di confronto, appassionato dialogo, socializzazione e condivisione di valori che le vecchie “sezioni” rappresentavano per noi giovani dell’epoca. Negli anni di piombo, e dopo la tragedia del rapimento ed uccisione di Aldo Moro, durante un comizio di Benigno Zaccagnini in Piazza Italia a Reggio Calabria, trafugammo con altri amici il bicchiere dal quale aveva bevuto, esponendolo, nella sezione di Cittanova, come reliquia di un evento che ci aveva visti, almeno nel nostro immaginario, protagonisti di un momento importante e significativo. “QUI BEVVE BENIGNO ZACCAGNINI” scrisse qualcuno. Nella nostra mente riecheggiava, quasi come un coro nei confronti della squadra del cuore, lo slogan con passione coniato per l’occasione “MORO E’ QUI CON TUTTA LA DC”.

Altri tempi, si dirà, ma le sezioni dei partiti erano punti di riferimento per scambi di idee, riflessioni e di incontro con i candidati dell’epoca, spinti dalla necessità di farsi conoscere, apprezzare e “spuntare” il riconoscimento della “preferenza”. Che nel linguaggio comune significa pienamente la trasposizione del principio di rappresentanza. La delega ottenuta costituiva il vincolo tra candidato ed elettore che ne rinsaldava l’appartenenza ai valori, ideali del partito di riferimento.

Il candidato si apriva alla comunità, fisicamente attraverso luoghi dove il cittadino elettore si recava per rappresentare esigenze, conoscere da vicino colui che “delegava” quale suo “rappresentante”. Per restarne, nella stragrande maggioranza dei casi, probabilmente disilluso nelle sue aspettative. Ma comunque l’aveva conosciuto, gli aveva parlato, aveva avuto modo di conoscerne, seppur marginalmente o per pochi minuti, vizi e virtù; rinvigorito dal confronto nella consapevolezza di poter esercitare un diritto di cui andare fiero, la liberta di scelta.

Ed oggi? Quel vincolo di appartenenza si dissolve nell’apposizione di  un segno sul partito prescelto, che ti impone, anche se non ne condividi le modalità di attuazione delle politiche di rappresentanza, l’eventuale elezione del nominato di turno; snaturando di fatto l’esercizio della sovranità popolare cui non si consente di scegliere da chi essere rappresentato.

Il tuo rappresentante non lo conosci, non hai avuto modo di raggiungerlo, capirne pregi e virtù; con il voto ratifichi le scelte di altri. E nel mondo di oggi, dove i social imperano, anche qualora venissi a conoscenza del suo cellulare, rischi, nel tentativo di contattarlo, ahimè, non solo che nessuno ti risponda, ma anche che il tuo numero venga bloccato.

Nell’alternativa tra una rappresentanza falsata dall’ipocrisia della delega coatta, e la scelta di astenersi dal partecipare ad una competizione i cui giocatori sono imposti dall’alto, per la prima volta scelgo la seconda, accodandomi a quel 50% di cittadini ormai disillusi dalla politica attuale.

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