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lunedì, Novembre 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data dell’11 Agosto.

Accadde che:

1966 (56 anni fa): John Lennon tiene una conferenza stampa, a Chicago, scusandosi per aver detto che i Beatles erano più famosi di Gesù. Nel 1966 la band inglese, fondata a Liverpool, era nel pieno della sua popolarità. Dopo l’incredibile successo di classifica con l’album “Please Please Me” e l’enorme consenso ottenuto con i brani firmati Lennon-McCartney, nel 1963 I Beatles esplosero conquistando quella popolarità che li avrebbe consegnati alla Storia. Nasce, così, la “Beatlemania”, un fenomeno culturale degli anni Sessanta, che non ha registrato altri casi paragonabili nella storia. Un’adorazione fanatica e spesso isterica, caratterizzata da reazioni e comportamenti precisi da parte dei fan. In questo contesto che John Lennon si lasciò sfuggire la frase destinata a scatenare numerose polemiche. Se la provocazione di Lennon venne inizialmente trascurata dalla Gran Bretagna, ci pensarono gli Stati Uniti a consegnarla alla gogna pubblica. Il pezzo gettò subito Lennon nelle braccia di una polemica altrettanto fanatica. Pertanto, dopo vari tentativi di scuse da parte della band e dopo una benevola assoluzione arrivata perfino dal Vaticano, Lennon fu costretto dal manager del gruppo, Brian Epstein, a ridiscutere la sua dichiarazione in grande stile, pronunciando queste parole in conferenza stampa: “Non sono contro Dio, contro Cristo o contro la religione. Non avevo alcuna intenzione di criticarla. Non ho affatto detto che noi eravamo migliori o più famosi … e non ho paragonato noi a Gesù Cristo come persona o a Dio come entità o qualsiasi altra cosa esso sia (…) Ho detto che avevamo più influenza sui ragazzi di qualsiasi altra cosa, compreso Gesù (…) Se avessi detto che la televisione era più popolare di Gesù probabilmente l’avrei passata liscia.”

1965 (57 anni fa): avvengono gli scontri razziali a Watts, nell’area di Los Angeles. Quel giorno, l’agente bianco della California Highway Patrol Lee Minikus, ferma il ventunenne nero, Marquette Frye, all’angolo di Avalon Boulevard e 116ma Strada, a Watts, il ghetto nero nel sud di Los Angeles. Il giovane è sospettato di guida in stato di ebbrezza. Appena la polizia se ne va con gli arrestati inizia la rivolta più sanguinosa tra quelle dei ghetti americani di quegli anni. Sei giorni di disordini, 34 morti di cui 25 neri, più di 1000 feriti, 40 milioni di dollari di danni e quasi 4000 persone di colore arrestate. Una rivolta che sarà contenuta dalla polizia.

Scomparso oggi:

1953 (69 anni fa): muore, a Mantova, Tazio Nuvolari pilota automobilistico e motociclistico. Nato, a Castel D’ario (Mantova), il 16 novembre 1892 la sua carriera sportiva abbraccia un trentennio dal 1920 al 1950, con l’interruzione di oltre sei anni a causa del secondo conflitto mondiale. Ragazzo vivacissimo e poco incline allo studio, Tazio è attratto dal dinamismo delle discipline sportive. Lo zio Giuseppe è addirittura un asso: più volte campione italiano, si cimenta con successo anche all’estero nella velocità su pista e nelle primissime gare di mezzofondo dietro motori. Il piccolo Tazio proverà per lo zio Giuseppe molto affetto e un’ammirazione sconfinata, destinata a suscitare un fortissimo impulso di emulazione. Nel 1923, all’età di trentun anni, inizia a correre con assiduità. Fra marzo e novembre prende la partenza 28 volte, 24 in moto e 4 in auto. Diventa un pilota professionista: in moto è la rivelazione dell’anno, in auto non manca di farsi notare. Nel 1924, c’è la sua prima vittoria assoluta e altre quattro di classe. Tazio è alla guida di questa vettura quando per la prima volta si batte contro un avversario destinato a un grande avvenire, anche se non come pilota: il modenese Enzo Ferrari. Nel 1925, Tazio Nuvolari corre soltanto in moto, la sua popolarità è ormai molto vasta, lo chiamano “il campionissimo” delle due ruote. Nel 1930, entra a far parte della neonata Scuderia Ferrari e le regala la prima vittoria, nella Trieste-Opicina, con l’Alfa Romeo P2. La prodigiosa carriera di Nuvolari si chiude nel 1950 con le ultime due gare, il Giro di Sicilia/Targa Florio in cui abbandona poco dopo il via per la rottura del cambio, e la corsa in salita Palermo-Monte Pellegrino, che lo vede primo di classe e quinto assoluto. Tazio ha chiuso ma non annuncerà mai il proprio ritiro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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