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Placanica: celebrazioni in onore di Sant’Emidio

Grandi festeggiamenti e celebrazioni, in un clima di intensa spiritualità, venerdì 5 agosto,  al santuario diocesano Nostra Signora dello Scoglio, in onore di Sant’Emidio, vescovo e martire.

Tanti devoti sono affluiti, a Santa Domenica di Placanica, dove sorge la rinomata opera mariana fondata da Fratel Cosimo da oltre mezzo secolo, da varie regioni italiane e anche dall’estero per venerare il santo vescovo e martire, protettore contro il terremoto, le calamità naturali, le pestilenze, le pandemie. Fratel Cosimo ha effettuato una evangelizzazione sul santo vescovo e martire, è stata celebrata la Santa Messa e poi si è svolta la processione con la preziosa statua e la reliquia di primo grado di Sant’Emidio che il vescovo di Ascoli, dove è sepolto il corpo di Sant’Emidio, ha voluto portare e donare a Fratel Cosimo e al santuario, alcuni anni fa. Venerdì sono state tantissime le persone che si sono accostate al sacramento della riconciliazione tant’è che i sacerdoti hanno confessato, ininterrottamente, per l’intera giornata. Toccanti tutti i momenti vissuti dai pellegrini, in un clima di profonda compostezza, ordine e di religioso silenzio.

Di seguito, riportiamo l’evangelizzazione di Fratel Cosimo sul santo martire, dopo aver elevato un’ave Maria alla Madonna: “Sia pace, misericordia e grazia a voi tutti fratelli e sorelle in Cristo Gesù il Signore. Benvenuti nel Santuario Nostra Signora dello Scoglio in questo venerdì 5 Agosto 2022. Sappiamo tutti il motivo per il quale siamo qui, in questa data particolare e cioè, per venerare il nostro caro protettore Sant’Emidio, Vescovo e Martire. Recita così l’ultima strofa di  un inno composto dal sacerdote Nicola Marinelli in occasione del violento terremoto del 1805, che si canta tutt’ora nella chiesa di Agnone, in provincia di Isernia, dedicata al Santo Martire Emidio; mi son permesso di aggiungere la prima frase alla strofa dell’inno: “Sant’Emidio glorioso e potente, guarda sempre la terra diletta, la proteggi col braccio tuo forte, veglia sopra le antiche sue porte, a noi tendi lo sguardo d’amor! Salve, Emidio! Dei vecchi sul labbro, dei fanciulli il tuo nome risuoni, a te grazie per gl’incliti doni, a te palme, a te incensi, a te fior”. Il giovane Sant’Emidio, al tempo della sua vita, è stato un grande evangelizzatore dei popoli, per cui ora per rendere omaggio e onore alla sua persona è bene ricorrere al Vangelo del giorno che ci viene proposto dall’Evangelista Matteo c. 16 iniziando dal v. 24 fino al v. 26: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?”. Cari fratelli e sorelle, amici e devoti di Sant’Emidio Vescovo e martire, di cui noi oggi celebriamo la festa nel ricordo del suo glorioso martirio, avvenuto proprio il 5 di Agosto dell’anno 303 sotto l’accanita persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Abbiamo appena ascoltato dall’Evangelista Matteo i primi tre versetti, attraverso i quali il Signore Gesù rivela apertamente e con chiarezza che cosa significhi essere suo discepolo: rinunciare a se stessi, prendere la croce e seguirlo. Rinunciare a se stessi non significa sacrificio di se, ma significa sottomettersi al suo controllo in un modo così completo che il proprio io non ha più diritto di emergere. Prendere la croce significa essere disposti a sopportare scherni, sofferenze e forse anche il martirio per amore suo; significa anche morire al peccato, a se stessi e al mondo. Seguire Gesù significa vivere come Egli ha vissuto e cioè, con umiltà, misericordia e ogni altra virtù che viene dal cielo. Nel breve passo del Vangelo odierno di Matteo, permettetemelo dire, si rispecchia se vogliamo, perfettamente la figura del nostro caro Sant’Emidio. Egli, da quando all’età di 23 anni si convertì al cristianesimo, è diventato un vero discepolo di Gesù Cristo, ha saputo rinunciare a se stesso, ha abbracciato la propria croce quotidiana della persecuzione e ha seguito il Signore fedelmente per tutta la sua vita. Ha offerto il sacrificio di se stesso fino in fondo, ha sopportato scherni di ogni genere, varie sofferenze e infine il crudele martirio per amore di Gesù Cristo. Di Sant’Emidio, mi sento in dovere di ripeterlo per chi ancora non fosse a conoscenza, si narra attraverso gli scritti che si tramandano di generazione in generazione, che Egli nacque nella città di Treviri, in Germania, da una famiglia nobile e pagana. All’età di 23 anni, come ho detto prima, si convertì alla religione cristiana, fu battezzato e col tempo divenne uno dei predicatori più seguiti dalla popolazione. Emidio, venuto in Italia la percorse quasi tutta, onde propagare ovunque il Vangelo di Gesù Cristo, operando dappertutto meraviglie inaudite, come prodigi e guarigioni innumerevoli ed istantanee, e a tal proposito sapete come lo chiamavano tutti? Il Taumaturgo d’Italia. Infatti durante la sua permanenza nella città di Roma, prima che fosse consacrato vescovo, operò di mezzo al popolo che lo seguiva, innumerevoli miracoli e guarigioni. Allora il Papa Marcellino lo consacrò subito Vescovo e lo destinò alla città di Ascoli Piceno, dove trascorse tutta la sua vita impegnato nell’evangelizzazione, e così sempre ardente di amore per Dio e per il prossimo concluse la sua breve vita subendo il martirio, nel giorno glorioso del 5 Agosto dell’anno 303, all’età di 30 anni. Fratelli e sorelle, devoti del nostro caro Sant’Emidio, sappiate che questo Santo è tenuto in grande considerazione come il Santo difensore dai terremoti, dalle guerre, dalle carestie e anche dalle pestilenze, e il suo culto è ovviamente originario di Ascoli Piceno, la città che accoglie il corpo del gloriosissimo Martire, custodito in un sarcofago di stile romano del IV secolo, nella Cripta della Cattedrale. Il culto di Sant’Emidio se vogliamo, è diffuso un po’ ovunque, maggiormente però nel territorio Piceno, dove il Santo martire predicò il Vangelo della vita agli albori del cristianesimo. Luoghi sacri e chiese più o meno importanti dedicate al nostro protettore, sono state realizzate in varie regioni dell’Italia centrale e meridionale. Dopo lo spaventoso sisma del 1703, che distrusse completamente l’Aquila e causò innumerevoli danni in tutta la regione, e durante il quale la città di Ascoli rimase illesa, per intercessione del suo Santo Patrono, moltissime città dell’Italia centromeridionale spontaneamente introdussero la festa del Santo nelle loro diocesi e lo elessero compatrono. Ora, quanto il nostro glorioso Santo sia singolare nella protezione contro i terremoti, già è noto a tutta l’Italia e anche fuori. E quanto anche sia propizio in tempo di peste, di guerre, di carestie e di altre calamità universali, lo ha sperimentato indicibili volte la città di Ascoli. Quindi in ogni grave bisogno si è sempre fatto ricorso a si caro e fedele protettore. Fratelli e sorelle, cercate sempre più di intensificare la vostra devozione a Sant’Emidio, eleggetelo come vostro protettore, protettore delle vostre case, delle vostre famiglie e anche delle vostre città e il Santo Martire di certo non vi deluderà, come non ha mai deluso i suoi figli ascolani e tutti i suoi devoti nel mondo. Sant’Emidio ha sempre accordato nel passato e fino ad oggi, massima protezione agli ascolani, in città e fuori, a cose e a persone. Consapevoli di tale benevolenza da parte di Sant’Emidio, sappiate che gli ascolani durante le scosse di terremoto, non si scompongono granché, ne corrono fuori di casa, ma invocano Sant’Emidio e proseguono tranquilli il loro lavoro. Non so se ancora la generazione al tempo odierno si comporti così. Comunque, a tal proposito desidero raccontarvi ciò che ci disse una nobile signora ascolana con il marito medico, i quali, insieme al Vescovo di Ascoli, Monsignor Giovanni D’Ercole, alcuni anni addietro, ci invitarono a cena a casa loro. Eravamo io, Cosimino, Giuseppe e Nicola, che sono qui presenti. Mentre cenavamo, parlando di Sant’Emidio, la signora ci raccontò quando il 24 agosto del 2016 ci fu il forte terremoto che distrusse Amatrice e altre città, e lei ci indicò la scala del suo palazzo che collega il primo con il secondo piano dove, in cima ad essa, di lato, vi era posto un robusto mobile, il quale durante le scosse telluriche ondeggiava fortemente e continuamente ma senza cadere. E io le chiesi: e voi?  La signora rispose: siamo rimasti in casa tranquillamente, fiduciosi nel nostro Santo Patrono. Questa è una bella testimonianza di fede. Prima di concludere vorrei dare brevemente, ancora una volta, un cenno per quanto riguarda le pianticelle di basilico, che oggi verranno benedette. Fin dai tempi antichi, il 5 Agosto, festa di Sant’Emidio, sul sacrato del Duomo di Ascoli si notano erbaioli con cesti colmi di piantine di basilico, che vendono ai fedeli, i quali a loro volta inseriscono un ramoscello sul cappello, sull’orecchio o all’occhiello della giacca. Con tale usanza s’intende rinnovare la tradizione e la gratitudine alla profumata pianticella dai fiori bianchi e tenui. Si narra infatti che quando dopo il mille le spoglie del Santo Martire vennero traslate dalle grotte di Campo Parignano nella Cattedrale, vicino ad esse, nel buio intenso ed umidiccio delle grotte, si trovò verde e fiorita una piccola pianta di basilico, la quale, secondo una pia credenza, volle custodire e tenere compagnia alle venerate reliquie del Patrono. Da qui il basilico è chiamato dal popolo il fiore di Sant’Emidio. Miei cari, e concludo, anche se gli effetti del terremoto continuano a farsi sentire un po’ ovunque nel mondo, noi sappiamo di poter contare per eccellenza sul nostro Santo patrono e protettore Sant’Emidio, e a Lui continuamente ci affidiamo con rinnovato slancio di fede, di amore, di fiducia e di speranza. “O Sant’Emidio glorioso, nostro avvocato singolarissimo contro lo spaventoso flagello del terremoto, proteggici sempre con il tuo braccio taumaturgo e accompagnaci nel difficile cammino della vita. Dite Amen. Dio vi benedica e Sant’Emidio nostro vi protegga. Sia lodato Gesù Cristo”.

 

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