Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 30 Giugno.
Accadde che:
17 a. C. (2039 anni fa): Virgilio termina la prima bozza dell’Eneide, poema epico in dodici libri della cultura latina, scritta tra il 29 a. C. e il 19 a. C. Narra la leggendaria storia dell’eroe troiano Enea (figlio di Anchise e della dea Venere) che riuscì a fuggire dopo la caduta della città di Troia e che viaggiò per il Mediterraneo, fino ad approdare nel Lazio, diventando il progenitore del popolo romano. Si tratta di un’opera che l’autore non considera conclusa nella sua interezza e che viene pubblicata postuma, per volere di Augusto, dai poeti Vario Rufo e Plozio Tucca, amici di Virgilio. I segni più chiari della mancata revisione finale da parte dell’autore sono una sessantina di versi incompleti, da lui stesso chiamati tibicines, ovvero i “Puntelli” provvisori che sostengono un’opera ancora in costruzione. L’ Eneide si presenta come un poema che, risalendo a un periodo storico antichissimo e leggendario, legittima tanto il dominio di Roma sul mondo, quanto il potere interno della gens Iulia, la famiglia di Augusto che rivendica per sé la discendenza da Ascanio Iulo, figlio di Enea. Virgilio rielabora, contamina e continua la narrazione omerica per superarla. Virgilio tratteggiando il personaggio di Enea, allude chiaramente ad Augusto e suggerisce che gli dei realizzano i loro piani attraverso gli uomini: Enea doveva fondare Roma, Augusto deve guidarla, ed entrambi devono sottostare a quello che è il loro destino.
1936 (86 anni fa): viene pubblicato “Via col vento”, il cui titolo originale è Gone with the Wind, il romanzo di Margaret Mitchell. Fu davvero un caso editoriale incredibile, infatti, in sole 4 settimane furono vendute quasi 180.000 copie, che divennero un milione in sei mesi, e rimase in testa alle classifiche per due anni dalla pubblicazione. Gli fu addirittura dato il Premio Pulitzer nel 1937. Oltre alle copie vendute negli Stati Uniti si aggiungono un milione di copie all’estero, basti pensare che le ristampe proseguono ancora oggi. Oggi ha complessivamente raggiunto la quota di 30 milioni di copie, insomma è uno dei romanzi più venduti di tutti i tempi al mondo. Tutte le vicende sono ambientate nel Sud degli Stati Uniti durante la Guerra di Secessione; infatti, il romanzo è un potente affresco storico-melodrammatico. La tragica realtà storica dell’America si intreccia e fa da sfondo alle vicende private dei protagonisti. Fu anche criticato e una di queste critiche riguarda il tentativo, forse fin troppo riuscito, di appoggiare i valori di un mondo scomparso, ammantando tutta la storia con un alone mitico e indubbiamente romantico. “Via col vento” sembra voler rappresentare, la nostalgia per tutto ciò che è perduto e la difficoltà di vivere la cruda realtà di ogni giorno. Quando si parla della Mitchell e del suo ‘Gone in the wind’, non si può non discorrere anche del film di Victor Fleming, del 1939, che diede ancora più fama al romanzo stesso. La pellicola ebbe un successo planetario e vinse ben 8 oscar, uno dei quali andò all’ attrice protagonista (la bellissima Vivien Leigh, nei panni di Rossella), e un altro all’ attrice non protagonista, Hattie McDaniel, l’amatissima Mammy.
Scomparsa oggi:
2014 (8 anni fa): muore, a Roma, Maria Luisa Spaziani poetessa, traduttrice e aforista. Nata, a Torino, il 7 dicembre 1922, a soli diciannove anni, diresse una piccola rivista, prima chiamata «Il Girasole» e poi «Il Dado», il cui redattore capo era Guido Hess Seborga, che la fece conoscere negli ambienti letterari; ottenne e pubblicò inediti di grandi nomi nazionali come Umberto Saba e Sandro Penna; internazionali, come Virginia Woolf. Intanto, frequentava l’Università di Torino, facoltà di Lingue, laureandosi con una tesi su Marcel Proust. Nel gennaio del 1949 conobbe Eugenio Montale durante una conferenza del poeta al teatro Carignano di Torino e fra i due nacque un sodalizio intellettuale, caratterizzato anche da un’affettuosa amicizia, il poeta fu tra i primi a capire il valore della sua poesia e a incoraggiarne gli sviluppi. Il legame restò saldo anche quando Maria Luisa si trasferì a Roma, lo testimoniano le 360 lettere di Montale e i ricordi della poetessa nel volume “Montale e la Volpe”. La sua prima raccolta è intitolata “Le acque del Sabato”, uscita per Mondadori nel 1954. La carriera poetica sembra promettente, ma due anni dopo Maria Luisa deve trovarsi un impiego a causa del tracollo finanziario del padre. Lo trova in un collegio torinese come insegnante di francese. È un periodo felice, la raccolta “Luna lombarda”, poi confluita in “Utilità della memoria”. Negli Anni ‘70 pubblica volumi di critica letteraria e traduce dall’inglese, dal tedesco ma soprattutto dal francese, da Marguerite Yourcenar a Andé Gide, da Jean Racine a Gustave Flaubert. Soprattutto “L’Epifania dell’alfabeto” ripercorrere tutti i temi fondamentali della sua poesia, quasi come un reportage in versi: la memoria, il mare, la madre, l’amore raccontato nella sua forma più nobile e la poesia stessa.