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lunedì, Novembre 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 2 Giugno.

Accadde che:

1946 (76 anni fa): gli italiani votano il referendum popolare per decidere tra repubblica e monarchia. Il 54,3% degli elettori sceglie la Repubblica, con un margine di appena 2 milioni di voti, decretando la fine della monarchia e l’esilio dei Savoia. Viene eletta anche un’Assemblea Costituente, con il compito di eleggere il capo provvisorio dello stato e scrivere la nuova carta costituzionale. Per la prima volta, in una consultazione politica nazionale votavano anche le donne: risultarono votanti circa 13 milioni di donne e 12 milioni di uomini, pari complessivamente all’89,08% degli allora 28 005 449 aventi diritto al voto. I risultati furono proclamati dalla Corte di cassazione il 10 giugno 1946: 12 717 923 cittadini favorevoli alla repubblica e 10 719 284 cittadini favorevoli alla monarchia. La notte fra il 12 e 13 giugno, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri, il presidente Alcide De Gasperi, prendendo atto del risultato, assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato. L’ex re Umberto II lasciò, volontariamente, il paese il 13 giugno, diretto a Cascais, nel sud del Portogallo, senza nemmeno attendere i risultati definitivi.

1979 (43 anni fa): Papa Giovanni Paolo II visita la sua nativa Polonia, diventando il primo Papa a visitare un paese comunista. Questo viaggio, nella terra natia, rende Karol Wojtyla il primo Papa a visitare un paese comunista. L’enorme successo del viaggio del pontefice, alle cui uscite pubbliche assistono circa 10 milioni di persone fa scricchiolare il comunismo locale che da trent’anni nega libertà e progresso al proprio popolo. Dal 2 al 10 giugno Giovani Paolo II tornava a «casa», durante il suo lungo pontificato vi tornerà per altre sette volte. All’aeroporto di Varsavia il saluto gli è rivolto da Henryk Jablonski, Presidente del Consiglio di Stato. Quell’illustre figlio della terra polacca sarà pure il capo della Chiesa cattolica, ma non deve dimenticare che a nome della Chiesa deve parlare, come lo stesso Jablonski testualmente dirà «a favore degli ideali più importanti per l’umanità intera: la pace, la convivenza tra i popoli, la giustizia sociale». Al raggiungimento di questi ideali «la Polonia socialista» ovviamente coopera «insieme ai suoi più vicini alleati». Giovanni Paolo II risponderà che la sua visita era «dettata da motivi strettamente religiosi», ma «religiosi» per lui non equivaleva affatto ad astratti o inefficaci sul piano personale e sociale. Quel viaggio segnerà l’inizio, seppur non ancora marcatamente evidente in tutte le sue conseguenze, del tramonto di un dispotico sistema di potere:

Scomparso oggi:

1981 (41 anni fa): muore, a Roma, all’età di trentuno anni, a causa di un incidente automobilistico, Rino Gaetano cantante. Nato, a Crotone, il 29 ottobre 1950 è ricordato per la sua voce ruvida, per l’ironia e i profondi testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale, spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati. Inizia i suoi primi approcci musicali imparando a suonare la chitarra e componendo le sue prime canzoni. Incontra fin da subito le perplessità del mondo musicale per il suo modo ironico e singolare di proporre i suoi pezzi, poco in linea con la tendenza seriosa di quel periodo. Debutta con un 45 giri nel quale interpreta sotto lo pseudonimo di “Kammamuri’s” una canzone intitolata “I love you Marianna”, ma Gaetano è troppo fuori dagli schemi per essere capito dal conformistico universo della discografia italiana. Tuttavia, continua con tenacia la strada della musica. Ci riprova, nel 1974, con il disco “Ingresso libero”. Pubblico e critica al solito lo ignorano, ma inn cantiere aveva una vera e propria bomba: un motivo di facile presa, si trattava di “Ma il cielo è sempre più blu”, il pezzo che nel 1975 gli fa compiere il gran salto in cima alle classifiche. Nel 1976, esce il suo secondo LP, questa volta molto atteso, “Mio fratello è figlio unico”, all’interno, un’altra hit mai più uscita dall’ideale canzoniere italiano: “Berta filava” . Da questo momento in poi, per un periodo che va dal 1976 al 1978, Rino Gaetano si impone sempre più come il cantautore fuori dalle righe, fino ad arrivare ad ottenere un vero e proprio successo con la canzone “Gianna” al Festival di Sanremo del 1978 arrivando al terzo posto, dopo “Un emozione da poco” di Anna Oxa e da “E dirsi ciao” dei Matia Bazar. Ecco il suo pensiero sulla musica: “Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell’andazzo sociale. Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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