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sabato, Novembre 23, 2024
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Massimo Rimini sbalordisce Bovalino

Massimo Rimini rimane leader del movimento SIAMO BOVALINO. Lo comunicano, a gran voce, i candidati e i sostenitori della coalizione, precisando che l’improvvisa malattia di Massimo, uomo buono e stimato anche dagli avversari politici, non scalfisce la compattezza e l’unita dello squadrone fortemente motivato.

Nel tempo, la politica grandi risposte non le ha date. Chi ha tentato di riunire gli “stati generali”, si è messo in un ginepra­io. I “geni sregolati” di varia natura rivendicano primogenitu­re e reclamano riconoscimenti, proprio come le “tigri di carta”, che non emergono perché non valgono, anche se unti dal Signore.

Come in tutte le guerre tra poveri, chi possiede due scarpe bucate fa lo snob con chi ne ha una sola. Discutibili operazioni “marchettifici” impediscono di concepire una strategia di penetrazione culturale che conduca a risultati durevoli, che non sono eclatanti, ma creano punti di ripartenza, dividendo la storia in un prima e un dopo.

Ai cittadini di qualsivoglia colore politico e di tutti i candidati in competizione affidiamo il compito di costruire con coraggio e serena conoscenza, in virtù della gente onesta, delle donne e degli uomini che edificano quotidianamente e che ogni giorno si prodigano con fatica a costruire una società più giusta.

Viviamo, come tutti gli irriducibili, in una società fragile e impaurita, sostenendo che Bovalino è lo specchio estremo e violento, ma pur sempre un riflesso, di problemi nazionali antichi ed evidenti che si aggrappano nel tempo. Ed è così che la perdita di competitività e la serpeggiante crisi di fiducia, si trasformano in tragedia, proprio nella sua parte più debole.

La storia ci insegna che non basta solo dichiarare guerra per vincere. Si devono approntare armi e mezzi adeguati per affrontare un’impresa ed avere buone probabilità di riuscita. Senza coscienza e volontà, che promanino fede, la supe­riorità non è sufficiente. Non bastano i programmi e i provvedimenti economici per vincere se contemporaneamente non si sente la spinta verso la partecipazione corale, verso una volontà unitaria per mete de­terminate. Non sono le regole a originare e rappresentare gli uomini, ma viceversa.

La politica non si sostiene solo con le norme, ma realizzando una forte coesione della società libera, culturalmente preparata e fiera della tutela dei propri diritti e doveri da qualsiasi arroganza predatoria e parassitaria.

Per le ragioni che si vince con una società di uomini liberi dal bisogno e dalla paura, vivendo liberi con la dignità di essere e sentirsi popolo.

La gente di Bovalino è una forza in pieno movimento, rigetta la violenza criminale e vorrebbe essere guidata da filosofi che la conduca in un mondo ideale dove siano l’armo­nia, l’amore, la solidarietà e la ragione a regolare i ritmi essenziali del quotidiano. Ma è un’autentica utopia per questa terra disordinata, disarmo­nica, chiassosa, con una certa predilezione per la polemica, per la chiacchiera; con la tendenza – in taluni ambienti – a privilegiare un sistema di tipo feudale, costituito da serie di vassalli, valvassori e valvassini sempre all’erta per rinnovare giuramento di fedeltà ad un qualche principe, anziché impegnarsi per la costruzione di una società di onesti e di capaci perché, parafrasando Pavese: “Lottare stanca” e la tendenza a ricercare un colpevole dei nostri drammi è sempre forte.

Col tempo è cambiato poco, dopo avere divorato ogni bellezza, sventrato e deturpato questo pezzo di sud, c’è chi si vergogna di parlare il dialetto o solo di esibire un’inflessione, che sono diventati in tutto il mondo la colonna sonora della violenza, del sottosviluppo, della rozzezza.

Urge una forte spiritualità che sia Rinascita e vada oltre la pura conoscenza, che sia Rivolta e induca al ripensamento del nostro essere e sia scelta di vita.

Uomini e donne in cammino si sforzano di rinnovare la speranza illuministica del presente e dell’avvenire di Bovalino, dove i politici dovranno indicare la via, sostenendo che: “non è la verità che arma l’intolleranza, ma la pretesa del suo monopolio, la presunzione di esserne i portatori esclusivi”.

Ai capi lista delle coalizioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Bovalino: Vincenzo Maesano (AGAVE), Massimo Rimini (SIAMO BOVALINO), che al momento di essere trasportato in elicottero – già vittima del grave malore – ha raccomandato l’unità del gruppo per raggiungere la meta prefissa, Daniela Pisciunieri (BOVALINO AL CENTRO), chiediamo di impartire una lezione di legalità che consenta a ognuno di chiudere la sera gli occhi in pace per aver compiuto secondo coscienza e la mattina dopo di riaprirli soddisfatti di aver impedito, quanto meno tentato, che la Calabria venga ridotta a un cumulo di macerie.

Cosimo Sframeli

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