La storia recente della città di Locri si intreccia spesso con la storia della squadra “amaranto”.
Come se le alterne vicende dell’una e dell’altra, si nutrissero alla stessa fonte , traendo gli stessi effetti. Così succede che dopo più di venticinque anni di tormenti sociali dovuti a storie di sangue, di politica sofferente, di magistratura dormiente, colletti bianchi mangianti e cangianti, Locri rivive una seconda stagione di splendore. Dopo il boom degli anni sessanta, sotto ogni punto di vista, la nostra città sembra proiettarsi verso il futuro, verso il totale smarcamento dalla “legge del più forte”. Così il Locri calcio, dopo lo shock della partita contro il Crotone, durato per venticinque anni, sembra essersi ripreso il ruolo che nel mondo calcistico gli spetta, senza correre il rischio di pretenderlo, ma per assoluto valore sportivo ed agonistico. Le due dimensioni (sociali e calcistica) si ritrovano in un progetto identitario, senza ricercare autoassoluzioni o celebrare modelli, ma con il medesimo obiettivo di crescita e sviluppo. Il merito oltre che di chi ha guidato questi processi di riscatto, nell’uno e nell’altro campo, è da riconoscere ai cittadini ed ai i tifosi che hanno resistito e creduto in tutti questi anni, al (ri) sorgere di questa comunità.
La vittoria calcistica giunge, quasi come un segno del destino, il giorno prima della ricorrenza della “giornata della memoria”.
Questo germoglio è fatto di memoria e di speranza. Dell’una e dell’altra, sarà un futuro migliore ed anche glorioso.
Pino Mammoliti