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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 28 Febbraio.

Accadde che:

1954 (68 anni fa): viene messo in vendita il primo modello di televisore a colori, il Westinghouse H840CK15, nella zona di New York, utilizzando la trasmissione Ntsc offerta al pubblico. Si tratta di un miglioramento rispetto alla prima tecnologia televisiva in bianco e nero, in cui viene visualizzata limmagine in toni di grigio. La tecnica si basa fondamentalmente sulla scansione delle componenti di colore fondamentali (rosso, blu e verde) e sulla sua riproduzione su schermi, mediante fosfori o pixel complessi composti da tre elementi più piccoli, uno per il colore rosso, uno per il blu ed uno per il verde. La tecnica si è sviluppata, grazie al progresso delle tecnologie elettroniche e soprattutto alla progressiva riduzione delle dimensioni dei componenti. La prima serie televisiva trasmessa a colori in rete è stato il matrimonio” , una commedia trasmessa in diretta dalla Nbc, nellestate del 1954.

2013 (9 anni fa): termina il pontificato di Benedetto XVI, primo Papa a rinunciare al soglio pontificio in epoca moderna. Le dimissioni di Papa Benedetto XVI furono annunciate il 10 febbraio 2013, ed ebbero effetto alle ore 20 del 28 febbraio seguente. Ratzinger è stato il primo pontefice a rinunciare al soglio pontificio dopo Gregorio XII (nel 1415, 598 anni prima). Il papa ha citato l’età avanzata come motivo della sua rinuncia. L’annuncio è stato fatto in latino. Questa è la traduzione di una parte del suo intervento, riportata sul sito di Radio Vaticana: “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.” La prima reazione fu quella del cardinale Angelo Sodano, Decano del Sacro Collegio, che parlò di fulmine a ciel sereno. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commentò tale avvenimento rilevando il grande coraggio e senso di responsabilità mostrati da Benedetto XVI nel prendere questa decisione. Il Presidente del Consiglio Mario Monti si disse estremamente scosso da questa inaspettata notizia. Attestati di stima e rispetto arrivarono poi tutti i leader mondiali.

Scomparso oggi:

1956 (66 anni fa): muore, a Milano, Carlo Gnocchi presbitero, educatore, attivista e scrittore. Nato, a San Colombano al Lambro (Milano), il 25 ottobre 1902 è  venerato come beato dalla Chiesa cattolica. Gnocchi entra in seminario alla scuola del cardinale Andrea Ferrari e nel 1925 viene ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Milano, Eugenio Tosi. Il suo primo impegno è quello di assistente d’oratorio. Grazie al suo operato raccoglie stima, consensi e affetto tra la gente, tanto che la fama delle sue doti di ottimo educatore giunge fino in Arcivescovado. Nel 1940 l’ Italia entra in guerra e Don Carlo si arruola come cappellano volontario. Nel 1942 riparte per il fronte,  ed proprio in questa tragica esperienza che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l’idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento, dopo la guerra, nella “Fondazione Pro Juventute”. Ritornato in Italia nel 1943, Don Gnocchi inizia il suo pellegrinaggio attraverso le vallate alpine, alla ricerca dei familiari dei caduti, per dare loro un conforto morale e materiale. In questo stesso periodo aiuta molti partigiani e politici a fuggire in Svizzera, rischiando in prima persona la vita: viene arrestato dalle SS con la grave accusa di spionaggio e di attività contro il regime. A partire dal 1945 comincia a prendere forma concreta quel progetto di aiuto ai sofferenti pensato negli anni della guerra: Don Gnocchi viene nominato direttore dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio (Como), e accoglie i primi orfani di guerra e i bambini mutilati. Inizia così l’opera che porterà Don Carlo Gnocchi a guadagnare sul campo il titolo più meritorio di “padre dei mutilatini”. Nel 1955 lancia la sua ultima grande sfida: si tratta di costruire un moderno centro che costituisca la sintesi della sua metodologia riabilitativa. Nel settembre dello stesso anno,  viene posata la prima pietra della nuova struttura nei pressi dello stadio Meazza (San Siro) a Milano. Purtroppo, vittima di una malattia incurabile Don Gnocchi non riuscirà a vedere completata l’opera nella quale aveva investito le maggiori energie.

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