Oggi, sono trascorsi 31 anni dall’assassinio del marò, di Siderno, Cosimo Carlino avvenuto a Dubai. Affinchè il suo ricordo rimanga per sempre vivo, ripubblichiamo l’articolo scritto qualche anno fa.
La Guerra del Golfo è un conflitto, iniziato il 2 agosto 1990, che oppose l’Iraq ad una coalizione composta da 35 stati guidati dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso e annesso dall’Iraq da Saddam Hussein, per via delle sue riserve di petrolio. La guerra si concluse il 28 febbraio 1991 con la vittoria della coalizione e il ritiro delle truppe irachene dal Kuwait. All’epoca ignoravo che un ragazzo del mio paese aveva vissuto questa triste pagina di storia e che, purtroppo, non ha fatto più ritorno a casa.
Cosimo Carlino nasce il 20 settembre del 1971, ultimo di otto figli, la sua è una famiglia semplice, ricca di valori, il padre è netturbino, la madre casalinga. Dopo aver terminato la scuola media decide di non proseguire con gli studi, ma di iniziare a lavorare, svolgendo mestieri umili, per poter portare il suo contributo a casa. Cresce timido e allegro, ama stare in compagnia delle persone a lui più care e far divertire i suoi nipotini soprattutto quando, negli ultimi anni, a turno li porta in giro sul suo motorino. Coltiva, nel frattempo, i suoi sogni, riflette su quello che vuole fare da grande, ed è indirizzato nel diventare un carabiniere. Nel 1990 svolge il servizio militare di leva a Taranto e il 2 settembre si imbarca nella nave “Stromboli”.
A Dubai, dove la nave è di base, il 13 febbraio Cosimo scende a terra, insieme ad altri militari italiani, alle ore 18 (ora locale) si reca, primo di rientrare a bordo, in una della cabine telefoniche, nel centro della città, per telefonare alla madre. Al telefono comunica che presto sarebbe ritornato a casa, così che la famiglia pensa di organizzare una festa per festeggiare il suo ritorno. Ma quello che doveva essere un giorno di festa si trasformerà in una tragedia. All’improvviso, infatti, dalla cabina a fianco esce un uomo armato di coltello che lo aggredisce alle spalle, ferendolo al fegato e scappa. Cosimo lancia un urlo, estrae il coltello dalla ferita e lo butta a terra, cerca di inseguire il suo assalitore, ma dopo pochi metri cade a terra. Morirà in ospedale il giorno dopo, il 14 febbraio, aveva solo 19 anni e un’intera vita da vivere. Cosimo è stata l’unica vittima, del contingente italiano, impegnato nel 1991 nella Guerra del Golfo. La sua morte è, tutt’oggi, avvolta nel mistero, l’arma del delitto non è stata mai ritrovata, né si è mai saputo il motivo di quell’aggressione, all’epoca si pensò ad un’azione terroristica, perché i’assassino si è comportato come un vero professionista. Rimangono, però, solo ipotesi e tanti dubbi. Nel frattempo, a Siderno, mentre i suoi parenti attendevano con trepidazione in suo ritorno, Don Marinetto, il parroco della chiesa di San Nicola di Bari a Siderno Superiore, diede loro la triste notizia. Da quel momento, non solo la vita di Cosimo si è spezzata, ma anche quella della sua famiglia, costretti a convivere con un dolore fortissimo, un dolore indescrivibile che non ha mai trovato pace. Don Marinetto, molto affezionato a Cosimo, avendolo visto crescere, non è riuscito a celebrare i suoi funerali, funerali di Stato che si sono svolti il 17 febbraio nella chiesa di Siderno Superiore, poiché ad ogni parola pronunciata le lacrime scendevano copiosamente. Dopo poco tempo dalla sua morte, a Siderno Superiore, gli è stata dedicata una strada e venne insignito della “Croce di Guerra”.