Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 3 Febbraio.
Accadde che:
1871 (151 anni fa): viene approvata la legge che trasferisce la capitale d’Italia da Firenze a Roma. Nel 1861, in seguito all’unità d’Italia suggellata da Cavour, ebbero inizio le pressioni del re Vittorio Emanuele II nei confronti di papa Pio IX, invitato ripetutamente a lasciare il proprio dominio temporale. Tuttavia, quando cadde il Secondo Impero nel 1870, l’Italia non ebbe più ostacoli e poté procedere all’annessione dello Stato della Chiesa. Il 20 settembre i bersaglieri, comandati dal generale Raffaele Cadorna, aprirono una breccia nella cerchia delle mura aureliane, nei pressi di Porta Pia, ed entrarono a Roma: Pio IX fu costretto a ritirarsi; gli vennero concessi solamente il Vaticano, il Laterano e la villa pontificia di Castel Gandolfo. Roma, pertanto, fu annessa al Regno d’Italia, di cui divenne capitale con la legge del 3 febbraio 1871. Il trasferimento ufficiale si realizzò il 1° luglio successivo. Il giorno dopo, 2 Luglio 1871, il re Vittorio Emanuele II fece ufficialmente il suo ingresso solenne nell’Urbe per insediarsi al Quirinale. Da subito furono scelte le sedi delle massime istituzioni: il Palazzo del Quirinale, già residenza estiva del Papa, fu destinato a Palazzo reale; a Palazzo Madama, già sede del Ministero delle Finanze pontificio, fu insediato il Senato; a Palazzo Montecitorio, già sede dei tribunali, fu insediata la Camera dei deputati.
1957 (65 anni fa): prende avvio sulla rete Rai, alle 20.50 di domenica il contenitore Carosello, la trasmissione che entrò a tutti gli effetti nella quotidianità degli italiani. Si tratta di quel contenitore pubblicitario che non annoiava e faceva divertire grandi e piccini. In tutte le famiglie, infatti, vigeva la buona regola “a letto dopo Carosello”. Shell, l’Oreal, Singer e Cynar furono i primi marchi pubblicizzati, ognuno dei quali era preceduto da una piccola scenetta recitata da noti attori e personaggi dello spettacolo. Ecco che lo spot, in maniera tutt’altro che aggressiva e noiosa, entrava nelle case di migliaia di italiani, che col passare del tempo si affezionarono ai vari personaggi che sfilavano sullo schermo. Agli adulti piacevano soprattutto gli sketch delle star del cinema e della TV come Totò, Macario, Vittorio Gassman, Mina e Nino Manfredi, mentre ai più piccini piacevano le storielle di figure immaginarie come Angelino, Carmencita e soprattutto il pulcino Calimero. Carosello non era solo un contenitore di messaggi pubblicitari: il numero di secondi dedicati alla pubblicità, il numero di citazioni del nome del prodotto e il numero di secondi da dedicare allo spettacolo, la cui trama doveva essere di per sé estranea al prodotto, erano predeterminati. La regola principale del Carosello era che la parte di spettacolo, della durata di 1 minuto e 45 secondi, doveva essere assolutamente separata e distinguibile da quella puramente pubblicitaria, della durata di 30 secondi. Carosello andò in pensione il 1° gennaio 1977, con il saluto di addio affidato a Raffaella Carrà. I motivi per cui la trasmissione fu interrotta erano vari, principalmente commerciali ed economici. Il mercato italiano della pubblicità stava divenendo più moderno e dinamico, e i produttori non tolleravano più i limiti di tempo imposti da questo modo di reclamizzare i propri prodotti.
Scomparso oggi:
1960 (62 anni fa): muore, a Roma, all’età di 38 anni, a causa di un incidente stradale Fred Buscaglione, all’anagrafe Ferdinando Buscaglione, cantautore, polistrumentista e attore. Nato a Torino il 23 novembre 1921, è stato il cantante più innovativo degli anni Cinquanta. In un’epoca in cui la musica leggera italiana era ancora legata a motivi dei decenni precedenti o a rime banali trite e ritrite, Buscaglione irrompe sulla scena con canzoni completamente diverse, come “Che bambola!”, “Teresa non sparare”, “Eri piccola così”. Anche il personaggio che presenta è completamente diverso: niente aria ispirata e sofferente, nessun gesto romantico o d’effetto con le braccia. Si presenta in scena, invece, come una caricatura da film, con la sigaretta all’angolo della bocca, i baffetti da gangster e le pose da duro viste nei polizieschi americani. Alla fine della guerra è molto attivo sulla scena musicale torinese, suonando in complessi che annoveravano alcuni tra i più importanti jazzisti dell’epoca. Il “personaggio” Buscaglione si impone come un vero e proprio “cult”, capace di promuovere imitazioni e modi di fare. Si schianta alle 6.30 di un freddo mercoledì di Febbraio contro un camion carico di tufo, in una strada del quartiere romano dei Parioli. Gli operai a quell’ora andavano a lavorare, lui rientrava da una notte di baldoria. Ha vissuto una vita al massimo e la morte tragica lo ha proiettato direttamente nel mito.