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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importati che hanno segnato la data del 1 Febbraio.

Accadde che:

1945 (77 anni fa): il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconosce il voto femminile. L’estensione porta la firma di Umberto di Savoia, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, anche se fu solo un anno più tardi che le donne ebbero la possibilità di essere anche elette, oltre che eleggere. La prima occasione di voto sono state le elezioni amministrative fra il marzo e l’aprile del 1946. In quell’occasione, è stata eletta sindaco di San Sosti (provincia di Cosenza) la prima donna sindaco in Italia, Caterina Tufarelli Palumbo, all’età di soli 24 anni. Subito dopo, il 2 giugno 1946, gli italiani il voto fu fondamentale per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica, che sancirà la vittoria della Repubblica.

1958 (64 anni fa): Johnny Dorelli e Domenico Modugno vincono l’8 Festival di Sanremo con il brano “Nel blu dipinto di blu”. A partire dalle dieci di sera, va in onda la terza e conclusiva serata di quel Festival della canzone italiana che, già da otto anni, si sta svolgendo a Sanremo, prima trasmesso solo in radio, in seguito anche dalle immagini tremolanti dei piccoli schermi in bianco e nero. I concorrenti si esibiscono nel salone delle feste del casinò di Sanremo, accompagnati da due differenti orchestre (dirette da Cinico Angelini e da Alberto Semprini). Tutte le canzoni sono interpretate da due voci e la maggior parte dei cantanti è impegnata con più brani. A lasciare un segno, indelebile, è la canzone che vince il festival: Nel blu dipinto di blu, titolo in seguito tante volte abbreviato nel Volare su cui si apre il ritornello. La cantano un esordiente Johnny Dorelli e, soprattutto, l’ancora semi-sconosciuto autore del brano (con Franco Migliacci), Domenico Modugno. Fin dalla prima esecuzione l’entusiasmo è inarrestabile. “Un fantasioso innamorato sogna di tuffarsi in un cielo che è blu come gli occhi della sua ragazza. È un blu mai visto tanto è blu e insieme con lei gli sembra di volare più in alto del sole, incontro alla felicità”. La canzone fa da ponte tra passato e futuro, è un ossimoro tra classicità e innovazione.

Nata oggi:

1922 (100 anni fa): nasce a Pesaro Renata Tebaldi soprano. È considerata una delle cantanti liriche più amate di tutti i tempi, acclamata in particolare come interprete di Verdi e Puccini. Dimostrò subito attitudini musicali, ha diciassette anni quando la sua insegnante di pianoforte, sentendola cantare, giudicò opportuno farle passare un’audizione in Conservatorio a Parma dove, con un anno di anticipo sull’età prescritta, fu ammessa al corso del maestro Ettore Campogalliani, tra i più grandi conoscitori di voci del suo tempo. Il debutto avvenne, in piena guerra, a Rovigo il 23 maggio 1944, giorno che giocherà un ruolo decisivo nella vita. La soprana l’11 maggio 1946, è stata scelta per cantare nel concerto di inaugurazione della Scala ricostruita dopo la distruzione bellica. Le fu affidata la preghiera del Mosè di Rossini e la parte solista del Te Deum di Verdi. Considerata una delle, o forse la più bella voce lirica del dopoguerra, ampia e calda, il 23 maggio 1976 chiuse anche con il canto, quietamente, senza drammi, con l’ultimo grande concerto alla Scala, esattamente trentadue anni dopo il giorno del suo debutto. Concesse sette bis, chiudendo la serata con “Non ti scordar di me”. Il pubblico in piedi strepitava, cantava, piangeva. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse tra Milano e San Marino. Morì, a San Marino, il 19 dicembre 2004, a ottantadue anni. Riposa nel piccolo cimitero di Langhirano, nella cappella che lei aveva fatto costruire per la sua mamma.

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