Sono trascorsi due anni dal trionfo elettorale di Jole Santelli. Con il centrodestra unito, è stata capace di imporsi con il 55% delle preferenze. Quel giorno, la neo governatrice, ha manifestato la sua gioia ballando la tarantella insieme ai suoi colleghi di partito.
Il suo sogno è durato solo 8 mesi, il 15 ottobre è morta lasciando i calabresi soli e smarriti.
Ma in quei pochi mesi, alla guida della Regione, ha dato prova di competenza, determinazione e amore verso questa Terra.
Neanche il tempo di essere eletta che è arrivata l’ emergenza Coronavirus e il lockdown. Preoccupata per le condizioni disastrose della sanità calabrese, è stata tra i primi governatori a chiudere i confini regionali durante il terribile mese di marzo. Tuttavia, dopo essere stata tra i primi a chiudere, alle porte dell’estate, ha riaperto bar e ristoranti con tavolini all’aperto. Un provvedimento impugnato dal governo davanti al Tar che ha dato torto alla Regione.
Ma oltre ai problemi relativi al Covid, si è occupata di ambiente: cosciente della presenza di molti rifiuti nelle città e dei problemi i depurazione e delle bonifiche, ha nominato Sergio De Caprio, alias Capitano ultimo, l’ufficiale dei carabinieri che ha arrestato Totò Riina, assessore all’ambiente, un uomo alle spalle oltre 15 anni nel Nucleo Operativo Ecologico
Infine, negli ultimi mesi, si è impegnata per realizzare “Il progetto Minoli”: ovvero un progetto di un lavoro proiettato nel futuro, come quello della fiction di lunga serialità.
Voleva cambiare la sua terra Jole, valorizzarla e far conoscere al mondo le sue sfaccettature più belle. Diceva: “Voglio che la mia legislatura sia segnata da questa fabbrica di speranza per i giovani, per il lavoro e per il futuro”. Forse sapeva di avere poco tempo e cercava di lavorare con speranza e gioia.