Lettera al direttore del Corriere della Sera per sottolineare il rammarico che, ancora una volta, il nome di Caulonia, abbia interessato gli organi di stampa per fatti riportati in modo non certo edificante.
Esimio Direttore,
nel numero del 15 u.s. del Suo Giornale, alla pagina 7, a firma del Signor Giuseppe Barilà, ho avuto modo di leggere l’articolo dal titolo: “Fischi, urla, proteste e un duro comunicato del Sindaco. Verdiglione subissato di critiche anche al suo paese”. In merito, devo subito dirle che non un fischio è stato rivolto a Verdiglione né ad alcuno degli oratori. Anzi, tutt’altro. C’è stata, è vero, una dura presa di posizione del sindaco di Caulonia seguita da un altrettanto duro documento stampa, ma questo in coda al dibattito allorquando si è cercato di inserire altri elementi alla discussione. A questo punto ritengo necessario andare per gradi.
Quale Bibliotecario di questo Comune, assieme ad un collega dipendente comunale anch’egli, siamo stati sollecitati a voler collaborare con l’Editrice Spirali per la riusciuta del dibattito che si sarebbe dovuto svolgere il 13 u.s., in occasione della presentazione del libro “La Rivoluzione di Caulonia” di Alessandro Cavallaro. L’organizzazione della manifestazione era stata inizialmente assunta dall’amministrazione Comunale. Successivamente, a causa della concomitante campagna elettorale, era stato concordato che l’Ente locale, l’autore e l’editore che a curare la cosa fosse proprio “Spirali”. Per cui sono stati predisposti inviti e manifesti. Un manifesto, a cura dell’Amministrazione Comunale, evidenziava l’adesione del Comune al convegno sollecitando la cittadinanza a prendervi parte. L’altro, a cura di “Spirali”, presentava la manifestazione annunciandone anche gli oratori, che sarebbero stati: Giacomo Mancini (PSI), Mauro Mellini (PR), Enzo Fantò (PCI), Enzo Misefari, già capo del Movimento Clandestino in Calabria ancorprima dello sbarco alleato in Sicilia, il Sisinio Zito (PSI). Oltre Verdiglione, s’intende.
Il sottoscritto, quale invitato a formare il tavolo della presidenza, invitava a farne parte: Verdiglione, editore, Cavallaro, autore, il professore, Pasquino Crupi, relatore, Pasquale Montagna (PCI), Sindaco di Caulonia, L’Onorevole Mancini, l’Onorevole Mellini, il Senatore Zito, l’Onorevole Fantò, l’Onorevole Misefari, il professore Nicola Frammartino, consigliere Provinciale (PCI), l’insegnante Maria Celi Campisi, vice Sindaco e assessore alla Cultura del Comune di Caulonia. Risultavano assenti l’Onorevole Fantò e l’Onorevole Misefari. Non accettavano di prendere posto alla presidenza il Sindaco, il suo Vice, il professore Frammartino. Premetto che il libro in questione è una dura requisitoria, scritta dal figlio di Pasquale Cavallaro – capo della rivolta di Caulonia dell’aprile 1945 -, Alessandro, militante PCI, già amministratore comunale per quel partito.
Portava il saluto del Comune il Vice Sindaco. Man mano che il dibattito prendeva corpo si rivelava molto controproducente per il PCI. Verso la metà del dibattito mi si chiedeva di avanzare alla Presidenza la disponibilità a parlare del professore Frammartino, del professore Ilario Ammendolia, già sindaco di Caulonia (PCI), del dottor Nicola Gratteri, Magistrato. Più tardi medesima istanza evidenziava il Sindaco. La presidenza (Verdiglione) mi informava che tali interventi sarebbero avvenuti nel corso del dibattito, immediatamente dopo il suo. Conclusosi l’intervento di Verdiglione, si registrava il poco edificante spettacolo del pubblico che si alzava, scomponendosi.
Mentre il pubblico si avviava a riprender posto, il sindaco, afferrato un microfono, si produceva in un “serrato” dialogo con Verdiglione. La cosa produceva la logica conseguenza del pubblico che abbandonava i lavori. Senza, però, prodursi in alcun fischio o schiamazzo rivolto verso alcuno. Anzi, come sempre avviene, applaudiva (quello presente) alle diverse “requisitorie”. Non mi interessa andare alla ricerca di chi abbia sbagliato, però un fatto è certo: per litigare necessitano almeno due contendenti.
Ciò che mi rammarica, in tutto questo, è che ancora una volta il nome della mia città abbia interessato gli organi di stampa per fatti riportati in modo non certo edificante. La grande stampa, come quella di borgata, soprassedeva l’argomento in questione che era un qualificato dibattito su una pagina della storia contemporanea della Calabria e della Nazione, per prodursi nel ricercato “scandalo”. Ritengo che tutt’altri sarebbero dovuti essere gli argomenti da trattare e non il riportare gli “umori” di taluni e le faccenducole di partito di tal’altri.
Inoltre, evidenzio, nella speranza che voglia dare pubblicazione della presente, la totale disapprovazione nel dover constatare che il cronista sia venuto meno a quelli che sono gli elementi essenziali della professione giornalistica, e cioè: etica, obiettività, professionalità.
Ho collaborato anch’io a quotidiani e ogni qualvolta mi apprestavo alla macchina da scrivere ricercavo prima di essere obiettivo ed onesto con me stesso per poi poter dare sfogo alle dita sulla tastiera. Ma tutto questo necessita di altri elementi preventivi: onestà intellettuale e morale, ma anche, e soprattutto, testimonianza visiva dei fatti cha andavo a scrivere.
Ritengo che alcuni di detti presupposti, nel riportare la manifestazione di Caulonia, nel riportare quei fatti, siano totalmente mancati.
Le rivolgo distinti saluti, rimanendo costante lettore del Suo quotidiano, evidenziando che quanto scrivo è supportato dalla registrazione dell’intera manifestazione che rimane a disposizione di chiunque ne abbia necessità.
Ilario Camerieri