Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex consigliere regionale della Calabria Nicola Paris, arrestato nell’agosto scorso con l’accusa di corruzione. nell’ambito dell’inchiesta «Inter Nos», coordinata dalla Dda e dalla Procura ordinaria di Reggio Calabria. Paris, eletto nel 2020 con la lista dell’Udc, secondo quanto è scritto nel provvedimento restrittivo, avrebbe tentato di intervenire sull’ex presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, allo scopo di sollecitare il rinnovo contrattuale per Giuseppe Corea, il direttore del settore Gestione risorse economico-finanziarie dell’Azienda sanitaria provinciale. Anche Corea è imputato, perché ritenuto dagli inquirenti la persona grazie alla quale le imprese vicine ai clan Serraino, Lamonte, ed a quelli della Locride ottenevano gli appalti. La nomina di Corea sarebbe stata spinta da Paris nell’interesse degli imprenditori che, lo avrebbero sostenuto durante la campagna elettorale.
La prima udienza avrà luogo il 13 gennaio, in aula bunker, davanti al gup Giuseppina Candito.
Sono 26, complessivamente, gli imputati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio: Antonino Chilà, Giovanni Lauro, Antonino D’Andrea, Mario Carmelo D’Andrea, Domenico Chilà, Angelo Zaccuri, Bruno Martorano, Lorenzo Delfino, Sergio Piccolo, Gianluca Valente e Antonio Costantino sono accusati di avere fatto parte di “un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione indeterminata di delitti di corruzione, turbata libertà degli incanti, astensione dagli incanti e, più in generale, di delitti contro la pubblica amministrazione”. Inoltre, tra i 26 imputati ci sono anche l’ex direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti, l’ex commissario Francesco Sarica e la dirigente dell’ufficio Programmazione e Bilancio dell’Azienda Angela Minniti, accusati di turbativa d’asta. Sono accusati, invece, di traffico di influenze l’ex primario del pronto soccorso dell’ospedale di Locri Domenico Salvatore Forte e il collaboratore amministrativo dell’Asp Francesco Macheda.