Arriva per ultima, ma è forse la più grave, l’affermazione pro Ponte sullo Stretto di Domenico “Mimmo” Battaglia, candidato della coalizione di centrosinistra all’uninominale Reggio – Area dello Stretto – Area Grecanica e Locride. Uno schiaffo alle comunità locali e anche ai partiti da sempre “No Ponte” all’interno della sua stessa coalizione, in primis Sinistra Italiana e Verdi e persino verso il PD, che mai aveva osato prendere una posizione ufficiale così netta ed opposta alla scellerata ipotesi da sempre cavallo di battaglia del berlusconismo.
Il tutto mentre in questi anni, soprattutto durante il governo Renzi di cui Battaglia, più volte consigliere regionale, è stato silente e compiacente alfiere locale, non sono stati stanziati, o addirittura tagliati in corso d’opera, i finanziamenti per altre opere di fondamentale importanza per la mobilità del Meridione: ad esempio i fondi per la nuova S.S. 106, per l’elettrificazione anche della linea ferroviaria Catanzaro – Melito o per il completamento della Salerno Reggio Calabria, ridotti a un terzo del previsto con il risultato di avere l’opera non pienamente funzionale proprio in corrispondenza dei tratti più tortuosi.
E’ paradossale che dichiarazioni così manifestamente pro ponte vengano da chi ha fatto parte, in rappresentanza della Città Metropolitana prima di essere nominato assessore a Reggio, del Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, organismo che ha tra le sue competenze la regolamentazione della mobilità marittima tra le due sponde.
E a proposito di ponti cosa ha da dire l’assessore candidato Battaglia in merito ai 30 metri di ponticello che da anni aspettano di essere realizzati per completare il parco lineare sud?
Ma quella di Battaglia è solo l’ultima di una serie di dichiarazioni apocalittiche di fine agosto.
Prima l’improvvisa dichiarazione del ministro Giovannini sulla presunta antieconomicità dell’intermodalità garantita dal porto di Gioia Tauro rispetto al sistema portuale del nord Italia.
Poi l’affondo del sindaco PD di Torino che preme per la realizzazione del rigassificatore sempre nella città della Piana e senza tener conto delle criticità già ampiamente dimostrate, della nuova mobilitazione popolare, dell’assenza di una vera politica di transizione energetica ed ecologica per la Calabria e per il nostro Paese.
Nel mentre una serie di dichiarazioni di Berlusconi, Meloni e Salvini, quest’ultimo durante il suo tour calabrese, che sembrano arrivare dal 2001 e che prevedono per la Calabria la solita proposta del ponte sullo Stretto (supportata dal PD Battaglia), la promessa di aumento di sicurezza, mentre non si accenna ad arrestare gli scippi istituzionali compiuti nel corso degli anni, attraverso la riduzione dei fondi europei da destinare al Sud e invece utilizzati addirittura per pagare guasti provocati dalla politica leghista (noi ricordiamo ancora i fondi FAS del Sud utilizzati in parte per pagare le multe sulle quote latte, con condanna recente da parte della Corte UE).
Oggi con il PNRR la storia si ripete e rischia di aggravarsi con la spudorata ritrosia dei governanti centrosettentrionali a destinare quanto previsto in sede UE per interventi necessari e condivisi per le regioni del Sud, interventi alla base dell’ideazione del PNRR per attenuare gli squilibri territoriali tra nord e sud Italia.
Noi di Unione Popolare abbiamo già chiaro quale sia il percorso giusto per garantire una mobilità equo-sostenibile specie in una gravissima fase di crisi energetica che dovrebbe prevedere un maggiore investimento per il completamento delle infrastrutture realmente necessarie ai territori, verso il trasporto pubblico locale e di lunga percorrenza con agevolazioni e aumento delle corse e dei collegamenti, anche marittimi tra le due sponde dello Stretto.