Sta in cima a una falesia, protetto da un bosco antico di lecci, guarda il tumulto di acque impossibili da vincere. L’ubicazione è segreta, i pochissimi a conoscerla sono labbra mute, li tradisce lo sguardo che si gira per riflesso condizionato quando sentono la parola origine. Arcà pronunciavano i vecchi con devozione e portavano gli occhi verso la casa delle madri: una ventina di costruzioni circolari, ancora alti da terra, col cielo a tetto…
Africo resiste, nonostante il mondo nuovo, le imposizioni, i tradimenti. Nel cuore dell’Aspromonte la fiamma per quanto fioca non si spegne. Nonostante le distanze imposte esistono ancora gli occhi che per riflesso cercano l’origine.
Resiste perché vuole vivere, andare nel futuro di cui ha un’idea differente, una diversa modernità. Resiste per la convinzione che vi sia un modo di trovare risorse, di impiantare un progetto di vita, una strada da percorrere.
I ragazzi di Africo stanno sulla Frontiera, quella vera, nel cuore di un mondo che qualcuno vorrebbe irredimibile e altri vorrebbero tenere inaccessibile. Con ostinazione hanno spalancato porte, e non è stato facile aprirle. Non è facile tenerle aperte sotto il respiro del querceto piantato dai basiliani mille anni fa.
Gente in Aspromonte torna per la settima volta, molti non ci scommettevano su una seconda. Torna perché i ragazzi hanno tanti amici. Perché tanti ogni anno fanno chilometri e chilometri per esserci, per dare una mano. Perché chi viene sa che le Querce sono la casa di tutti e proteggere l’idea culturale più ardita in circolazione è proteggere le proprie idee.
Le Querce sono la casa di Tutti
Il 18 agosto sarà una giornata speciale nel Bosco degli Spiriti, poi ci saranno altre due giornate in altri due paesi Aspromontani che come Africo resistono.
E’ ancora la nostra estate