Il Fatto Quotidiano e il M5s hanno messo sotto accusa il direttore del Dap, Carlo Renoldi, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, l’associazione Nessuno tocchi Caino e suoi dirigenti, in particolare, gli ex parlamentari radicali Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti.
Il motivo? Il direttore ha concesso alla delegazione di Nessuno tocchi Caino di accedere alle sezioni destinate al 41 bis. Secondo il Fatto Quotidiano, ciò sarebbe un fatto inedito e, un pericoloso buco al regime del 41 bis.
Bernardini, D’Elia e Zamperutti dalle colonne del “Il Riformista” hanno risposto così: ”Il Fatto Quotidiano ha spiato dal buco della serratura quello che avevamo fatto alla luce del sole. Bastava ascoltare le nostre videoregistrazioni pubbliche per sapere che eravamo stati autorizzati a visitare 5 carceri sarde e anche le sezioni del 41-bis”.
I radicali, da anni, si battono per il rispetto della condizione dei detenuti, vanno su e giù per il paese visitando le strutture carcerarie, non nascondendo la loro avversione al regime del 41 bis, il carcere duro riservato ai mafiosi.