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Dipendenti pubblici: scattano i limiti alla libertà di stampa e opinioni

Lucio Ficara, della UIL SCUOLA RUA Reggio Calabria, ha messo in evidenza come da oggi, 14 luglio, è entrato in vigore il nuovo codice di comportamento per i dipendenti pubblici, dove vi è una forte limitazione alla libertà di stampa e di esprimere libere opinioni.

Lucio Ficara 

Oggi, venerdì 14 luglio 2023, con l’entrata in vigore del nuovo regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, si colpisce feralmente la libertà di stampa e di opinione per chi ha un lavoro di pubblico dipendente.

Tale codice, ai sensi del DPR numero 81 del 13 giugno 2023, è di fatto un aggiornamento del vecchio DPR 62/2013. In buona sostanza si tratta di alcune modifiche del vecchio regolamento che dal 14 luglio 2023 dà attuazione all’articolo 4 del decreto-legge 30 aprile 2022, numero 36, convertito con legge 29 giugno 2022, numero 79, di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra le altre cose c’è un inasprimento delle sanzioni per un uso scorretto dei social media da parte dei dipendenti pubblici che dovessero esprimere opinioni o giudizi su eventi, cose o persone, attribuibili all’Amministrazione di appartenenza.

L’uso scorretto di Facebook o altri social

Anche gli insegnanti e il personale Ata devono fare attenzione all’uso di Facebook e dei social più in generale, compreso Whatsapp, perché ciò che scrivono potrebbe aprire la via di un procedimento disciplinare.

Vogliamo ricordare che nell’articolo 3, comma 2, del DPR 62 del 16 aprile 2013 c’è scritto con assoluta chiarezza che il dipendente pubblico, quindi anche l’insegnante, deve rispettare i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitto di interessi. Nel successivo comma 3 del su richiamato articolo 3 del codice comportamentale della pubblica amministrazione, c’è anche scritto che il dipendente deve evitare situazioni e comportamenti che possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli interessi o all’immagine della pubblica amministrazione.

Proprio per questi motivi, l’insegnante deve fare particolare attenzione a quello che scrive sui social, in quanto un uso improprio di Facebook potrebbe essere definito come un comportamento che può nuocere all’immagine pubblica dell’Amministrazione.

Adesso con l’aggiornamento del regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, c’è un articolo ad hoc sull’uso scorretto dei propri account di social media. Tale norma è l’articolo 11-ter, comma 1, del DPR 62/2013 introdotto dal DPR 81 del 13 giugno 2023, riferito all’utilizzo dei mezzi di informazione e dei social media.

Tale norma recita: “Nell’utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinchè le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza”.

L’Amministrazione può dotarsi della social media policy

Nell’articolo 11-ter del novellato DPR 62/2013 è stato inserito anche, precisamente nel comma 4, la possibilità da parte dell’Amministrazione di dotarsi della cosiddetta “social media policy”. Nella suddetta norma è scritto: “Le amministrazioni si possono dotare di una “social media policy” per ciascuna tipologia di piattaforma digitale, al fine di adeguare alle proprie specificità le disposizioni di cui al presente articolo. In particolare, la “social media policy” deve individuare, graduandole in base al livello gerarchico e di responsabilità del dipendente, le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni“.

Si tratta di una limitazione alla libertà di espressione. Ma la Costituzione cosa dice?

Da sindacalista della Uil Scuola di Reggio Calabria devo riscontrare, purtroppo, una crescita esponenziale di contestazioni di addebito nei confronti degli insegnanti che esprimono una propria opinione sui canali social. Si tratta di un modo barbaro di interpretare la norma e di sottomettere il dipendente pubblico ad una forma di silenzio alla giusta critica o anche alla semplice opinione. Da oggi questo modo di contestare sarà ancora più agevolato dal DPR 81 del 13 giugno 2023 che inasprisce il controllo e abbassa il limite della tolleranza verso la libertà di espressione del dipendente pubblico. Quindi qualora un dipendente pubblico, in particolare un insegnante, dovesse fare un post facebook sulla mancanza di sicurezza delle scuole e sui pericoli relativi a tali manchevolezze, rischierebbe la sanzione disciplinare. Ma questa norma siamo sicuri che è in linea con la nostra Costituzione? Basterebbe citare l’incipit dell’art.21 della Costituzione che dice: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Eppure da oggi 14 luglio 2023, questo diritto è messo in forte discussione, pena una bella sanzione disciplinare verso chi non fa silenzio.

 

 

 

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